La sovranità dell’Ordine è nel numero dei riconoscimenti diplomatici, nel consenso che la Comunità internazionale dà alla sua missione, al di là del territorio, al di là del popolo, al di là della tesi oggi superata, in base alla quale perché ci sia un Ente Sovrano deve esserci sia un governo, sia un popolo, sia un territorio. Guai se fosse il contrario, guai se l’Ordine ritenesse di cedere alla vanità di occupare o di tenere in sovranità un lembo di territorio ceduto da uno Stato. Sarebbe un grave rischio. Perché non sarebbe mai una sovranità effettiva, ma una sovranità dipendente da un governo locale, affidata agli umori della classe dirigente, che può cambiare nel tempo. Con il rischio ulteriore che, in caso di crisi nei rapporti tra lo Stato da cui si è ottenuto il territorio e l’Ordine, si possa anche arrivare a veder di nuovo l’Ordine senza territorio, come ai tempi di Napoleone. E vengo a Forte Sant’Angelo, un tema connesso a questo discorso. Sapete tutti quanta simpatia ci sia nei confronti della Repubblica di Malta. Questa simpatia è testimoniata da mille circostanze. Per Forte Sant’Angelo l’Ordine si è fatto carico del suo restauro con lo scopo di renderlo vivibile. L’accordo sarà un passo avanti, ma sarà un passo avanti sul piano delle relazioni bilaterali, perché favorirà lo sviluppo di una cooperazione certamente utile per l’Ordine e per il governo di Malta. Senza, però, e lo sottolineo per non creare equivoci, che l’Ordine abbia mai pensato di lasciare Roma e l’Italia, rinunziando così ad una sua base di riconoscimenti internazionali per inseguire una sovranità legata ad un minuscolo territorio di una piccola isola nel Mediterraneo. Lo dico perché ho sentito molte voci su questo argomento e vorrei invece tranquillizzare, attraverso voi, i vostri rispettivi Gran Priori e Presidenti che il Magistero non intende correre nessuna avventura di questo tipo. Mentre desidera soltanto percorrere la più tranquilla via dello sviluppo dei rapporti bilaterali tra l’Ordine e il governo di Malta. Come e quando, lo vedremo quando sarà il momento.
Prima di concludere questo discorso generale vorrei porre l’accento su due argomenti più modesti: il primo è il rafforzamento della struttura internazionale dell’Ordine. L’Ordine, attraverso varie fasi, è riuscito a creare una internazionalità nuova al suo interno. Ne dobbiamo ringraziare il nostro Ospedaliere, che per primo si è fatto carico della riunione internazionale degli Ospedalieri di tutto il mondo. Ma ci sono anche la creazione del Centro di Coordinamento a Miami e la creazione della nostra Rappresentanza diplomatica presso le Nazioni Unite a New York. Presso questa Rappresentanza ci potrà essere un centro di documentazione che, fra l’altro, ci sarà utilissimo per contrastare i Falsi Ordini.
Recentemente la Santa Sede, su questo argomento, ci ha dato un segno di grande amicizia pubblicando un nostro comunicato in cui si precisava l’esclusiva legittimità dell’Ordine di Malta. Il Segretariato per le Comunicazioni ne ha data la massima diffusione. Ne abbiamo anche data comunicazione ai nostri Ambasciatori presso i vari Paesi e alla nostra Rappresentanza presso le Nazioni Unite, a quest’ultima per la trasmissione a tutti i membri dell’Assemblea generale. Prego i Delegati per le Comunicazioni di valersi di questo comunicato tutte le volte che sarà necessario. Aggiungo che questo comunicato è stato redatto nel rispetto dei quattro Ordini che non sono falsi, e cioè l’Ordine Johanniter, il Most Venerable Order of Saint John, lo Johanniterorden i Sverige, lo Johanniterorden in Nederland citati nella nota alle Nazioni Unite. |