Introduzione - L'Accademia Internazionale Melitense
a Forte Sant'Angelo

Carlo Marullo di Condojanni

Forte Sant'Angelo, 31 luglio 2000

Fort St. Angelo, July 31, 2000
La mia lunga permanenza nella responsabilità di Ricevitore del Comun Tesoro, ed in quella collegata di Conservatore delle Residenze Magistrali, era stata caratterizata, tra l'altro, da alcune problematiche che, se non perfettamente rientranti nei fini istituzionali dell'Ordine, ad essi erano collegate, avendo rilievo per la tutela del patrimonio, specie quello storico e culturale.
Tra queste problematiche, due rivestivano carattere fondamentale: la prima, legata alla conservazione dei libri e dei documenti, fu soddisfatta grazie all'occasione di creare, nel Castello di Magione, una grande biblioteca, capace, non solo, di accogliere il patrimonio librario esistente, ma di avere spazio anche per i libri e gli archivi che, provenienti da famiglie illustri, potranno entrare nel patrimonio dell'Ordine; la seconda, ben più ampia, riguardava la conservazione della memoria, in relazione agli archivi delle Ambasciate dell'Ordine, agli archivi delle Associazioni Nazionali, agli archivi delle Delegazioni, che, in gran parte, erano destinati a rimanere nella esclusiva custodia dei titolari degli uffici e, alla fine dei loro mandati, restavano tra le carte di famiglie, senza impegno né garanzia di tutela. In realtà tale situazione ha determinato, nei due secoli che precedono, una perdita effettiva del ricordo di moltissime attività svolte dall'Ordine nel mondo, di cui non vi è traccia negli archivi esistenti e, se qualche ricordo affiora alla memoria degli anziani, per lo più è impossibile rintracciare le documentazioni. Tale problematica, nonostante qualche tentativo, non trovava soluzione definitiva per obiettive difficoltà.
   A lungo cercai di promuovere iniziative per avviare a soluzione il problema, ma la limitatezza
Having held the office of Receiver of the Common Treasure - and the related office of Conservator of the Magistral Residences - for a long time, I had already coped with certain issues that, although not exactly falling within the Order's institutional objectives, were nevertheless related to them, as they concerned specially the safeguard of the historic and cultural heritages.
Among these issues, two were of crucial importance: the first one concerned the preservation of books and documents, and was solved when we had the opportunity to set up a large library in Magione Castle, that could host the existing books, and also had room for the books and documents that might become part of the Order's assets as donations from illustrious families. The second and more complicated issue concerned the preservation of the historic records kept in the archives of the Order's Embassies, National Associations and Delegations, which for the most part were meant to be under the exclusive custody of the holders of the respective offices as long as they were in such office, then they would remain with the family documents without any assurance of protection. In fact, over the past two centuries this situation caused the loss of any record of the many activities carried out by the Order in the world, no trace of which remains in the existing archives; and while a few mementoes remain in the minds of older people, it is more or less impossible to trace the documentation. It seemed that, in spite of attempts made, no final solution could be found to this problem.
     For a long time I tried to promote initiatives to solve this problem, but shortage of funds only allowed me to channel every possible information
dei mezzi finanziari a disposizione, mi permetteva solo di far confluire tutte le notizie possibili nella "Rivista Internazionale", che opportunamente rinnovata nel 1991, avrà in tutti gli anni '90, ruolo di testimonianza per gli storici futuri, che lì potranno trovare importanti cenni sulle azioni dell'Ordine e sulla sua evoluzione negli ultimi anni del millennio. Certamente una fonte limitata, però, in mancanza di meglio, sufficientemente efficace in attesa di future possibilità che già si intravedevano.
   Infatti una soluzione definitiva al problema mi balenò, fin da quando, firmato il primo accordo con il Governo Maltese, negli anni '90, per la concessione di Forte Sant'Angelo, dovetti poi, nel 1995, in qualità di Commissario straordinario occuparmi, subito, di procedere ai necessari lavori di restauro. Avviata tale opera, e conclusa la prima parte, con l'agibilità della Cappella di Sant'Anna, del Palazzo Magistrale e degli spazi circostanti mi prodigai, perché si potesse trovare una sede, nel Palazzo Magistrale, per la creazione di una Accademia Internazionale, che rispondesse anche alla necessità di catalogare e documentare fatti ed eventi dell'Ordine, non soltanto con riferimento al passato, ma soprattutto riguardo alla vita contemporanea ed alle necessità della diplomazia melitense che, con un centro di documentazione internazionale, e con la possibilità di fare alcuni corsi per i futuri quadri dirigenti, avrebbe qualificato meglio il suo servizio.
   Così preparai il primo Statuto, che, accolto da Sua Altezza Eminentissima, portò al decreto istitutivo dell'Accademia Internazionale Melitense nel 1998, con sede a Forte Sant'Angelo. Questo primo Statuto è stato poi rivisto nel dicembre 1999* e, certamente progredendo nel lavoro, si avvia ad essere ulteriormente migliorato, anche per dare la possibilità a tutte le iniziative culturali dell'Ordine esistenti nel mondo, di convergere in programmi comuni, per grandi progetti, da effettuarsi in cooperazione con altri Stati, su tematiche di interesse reciproco.
 
into the "International Review" that, opportunely renewed in 1991, has become a testimony of activities throughout the nineties for future historians. In fact, important information on the initiatives carried out by the Order and on its evolution in the closing years of the past Millennium can be found only in the Review. A limited source but, for want of something better, sufficiently effective until future possibilities could present themselves in the already forseeable future.
   The final solution to the problem appeared to me when, after the signature of the preliminary agreement with the Maltese Government for the concession of Fort St. Angelo in the early nineties, I became Extraordinary Commissioner for the restoration works in 1995. As soon as the works were started, and their first phase completed with the restoration of the Chapel of St. Anne, the Magistral Palace and its surroundings, I tried to find a seat within the Magistral Palace to establish an International Academy. The Academy was intended to have, among other purposes, that of cataloguing and documenting past and contemporary facts and events of the Order, and of achieving a better qualification of the Order's diplomatic service through the creation of an international reference archive and the opportunity to provide training courses for future officials.
   I therefore drafted the preliminary Statute that was approved by His Most Eminent Highness and led to the decree that in 1998 provided for the foundation of the Accademia Internazionale Melitense based in Fort St. Angelo. The preliminary Statute was then revised in December 1999* and is intended to provide for further improvements, and to give an opportunity for all the Order's cultural initiatives in the world to be integrated into common plans and large projects, to be implemented with the co-operation of other States and concerning issues of mutual interest.
   This volume, dedicated to the Convention on "The arrival of the Knights of St. John in Malta"
   Oggi, a distanza di dieci anni dal primo accordo con il Governo Maltese per la concessione all'Ordine di Forte Sant'Angelo, vede la luce questo volume, dedicato al Convegno sul tema: "L'arrivo a Malta dei Cavalieri di San Giovanni", il primo organizzato dalla nostra Accademia, per raccogliere e diffondere opinioni e fatti legati alla vita dell'Ordine di San Giovanni. Ben volentieri, nella qualità di primo Rettore, adempio al compito di presentare il volume, che è il primo della collana denominata "Peregrinationes", istituita per diffondere gli atti delle attività che si svolgeranno per iniziativa dell'Accademia Internazionale Melitense, ringraziando per la collaborazione alla sua edizione il Prof. Paolo Caucci von Saucken, il Comm. Fra' John Edward Critien e l'editore Sig. Franco Benucci, che hanno pazientemente sopportato la fatica della redazione e pubblicazione, realizzata con il supporto della Banca dell'Umbria.
   L'occasione mi permette anche di approfittare di queste pagine per fare appello a tutta la dirigenza dell'Ordine: i Gran Priori, i Priori, i Presidenti delle Associazioni Nazionali e i Responsabili degli Enti Melitensi, perché vogliano dare il loro supporto alle iniziative che seguiranno, nel solco della più pura tradizione storico-culturale melitense.
   A chi scrive resta la soddisfazione di avere dato la possibilità, con il progetto dell'Accademia Internazionale Melitense, a Forte Sant'Angelo, di una nuova vita che, affondando le radici nel passato è fortemente proiettata verso il futuro, con obiettivi che già si intravedono, sotto l'illuminata guida di Sua Altezza Eminentissima il Principe e Gran Maestro Fra' Andrew Bertie, al quale si deve il costante sostegno per le iniziative dell'Ordine a Forte Sant'Angelo.
  Vogliano la Beata Vergine di Fileremo e San Giovanni Battista guidare i passi di coloro che saranno chiamati a servire questa nuova istituzione e li accompagnino nel non sempre facile cammino, per le vie culturali e scientifiche del mondo.

 
is printed today, almost a decade after the concession of Fort St. Angelo by the Maltese Government to the Order. This is the first Convention being organised by our Academy to collect and spread opinions and facts connected with the life of the Order of St. John. As the first Rector of the Accademia Internazionale Melitense, I am extremely pleased to present this volume, which is the first one being published in the series entitled "Peregrinationes", instituted in order to circulate the proceedings of the activities which take place on the initiative of the Accademia Internazionale Melitense. I also wish to thank Prof. Paolo Caucci von Saucken, Comm. Fra' John Edward Critien, and the publisher, Mr. Franco Benucci, for their valuable collaboration and for having patiently endured the laborious task of editing and publishing this book made possible through the generous contribution of the Banca dell'Umbria.
   I take this opportunity to make an appeal to all the high officers of the Order, the Grand Priors, the Priors, the Regents, the Presidents of National Associations and the Heads of the Order's Institutions, asking them to support the initiatives that will follow in the wake of the purest historical and cultural traditions of the Order.
   I am happy to have been able to give a new lease of life to Fort St. Angelo, thanks to the project for the Accademia Internazionale Melitense, a new lease of life deeply rooted in the past and determinedly going forward with objectives that have already been defined under the enlightened guidance of H.M.E.H. the Prince and Grand Master Fra' Andrew Bertie.
   I pray the Holy Virgin of Filermo and Saint John the Baptist to guide the steps of those who will be called to serve this new institution. May they always be at their side during the difficult journey along the cultural and scientific routes of the world.
Presentazione del Convegno
Paolo Caucci von Saucken
Altezza Eminentissima.

La ragione e le idee che ci portano oggi qui a Malta per iniziare questo primo convegno della Accademia internazionale melitense sono la diretta conseguenza di un lungo processo di messa a punto di una delle questioni centrali nella vita dell'Ordine di Malta. Un Ordine che dalla propria storia e dal contesto storico in cui si è sviluppato trae alimento quotidiano per i propri comportamenti, per le mete che vuole raggiungere per gli obiettivi e le strategie che si pone. Non è pensabile un Ordine di Malta, anche se nella naturale e continua modernizzazione delle proprie strutture e nel suo voler essere sempre attuale, non è pensabile, dicevo, un Ordine di Malta che prescinda dalla propria memoria storica.
Da qui la necessità di cui ha parlato il Rettore dell'Accademia di impostare un organismo che si faccia non solo custode delle tradizioni dell'Ordine, ma che le chiarisca, le interpreti e le renda fruibili all'uomo di oggi. Un concetto che è stato ribadito ieri dal Presidente della Repubblica di Malta, quando ha definito l'Accademia ponte tra passato e futuro dell'Ordine.
Questa tendenza è andata sviluppandosi naturalmente all'interno dell'Ordine. In varie nazioni d'Europa sono nati spontaneamente diversi centri di studi, frequentemente appoggiati alle strutture universitarie locali, che hanno attivato un vasto processo di ricerca che ha già prodotto un notevole numero di pubblicazioni e stimolato un ambiente sempre più interessato alle vicende storiche dei cavalieri di San Giovanni. Un intreccio che in molte città europee diviene sempre più fitto e che sottolinea l'integrazione dell'Ordine nel contesto scientifico internazionale attraverso le sue iniziative culturali e i suoi centri di studio.

Tra questi indubbiamente, negli ultimi anni, oltre alle attività realizzate dai gran Priorati e dalle Delegazioni, ha svolto una intensa attività il Centro di studi melitensi di Magione, promotore di varie pubblicazioni ed esposizioni, quello di Taranto diretto da Mons. Cosimo Damiano Fonseca già Rettore dell'Università di Calabria, anch'esso con un ampio bagaglio di pubblicazioni e di esposizioni e l'Instituto complutense de estudios de la Orden de Malta integrato perfettamente nell'Università di Madrid che recentemente ha edito con il nome di Liber de privilegios de la Orden de San Juan en Castilla y León un cartulario di 432 privilegi, carte e bolle che illuminano un vasto periodo della storia medievale della Spagna.
Sempre più frequentemente appaiono pubblicazioni, mostre, o esposizioni che sottolineano il ruolo dell'Ordine nel campo dell'arte, dei costumi, della storia ospitaliera, delle monete o della legatoria di libri come quella splendida appena inaugurata qui a Forte Sant'Angelo.
Con tali premesse abbiano impostato il convegno di oggi. È il primo di una serie di iniziative scientifiche che si svolgeranno direttamente nel Forte o che da qui verranno promosse nei Priorati e nelle Delegazioni, nei centri culturali aggregati, nelle Università collegate.
Siamo molto lieti dell'adesione al convegno del Minister of Education di Malta, del Rettore della Università e di illustri studiosi come i dottori Buhagiar e Mallia Milanes, anch'essi dell'Università di Malta. Senza una stretta collaborazione con le autorità scientifiche dell'isola sarebbe, infatti, molto difficile realizzare l'iniziativa che ci proponiamo. Consideriamo, infatti, indispensabile poter attingere alle competenze scientifiche e alla ricerca sviluppata nelle istituzioni e negli archivi di Malta.
 
   La tematica che abbiamo scelto per iniziare le attività dell'Accademia a Forte Sant'Angelo è quella appassionante dell'arrivo dei cavalieri di San Giovanni a Malta. Un avvenimento storico decisivo che avrebbe avuto straordinarie conseguenze nella storia dell'Ordine ed in quella dell'isola.
   Vari problemi sono connessi all'arrivo dei Cavalieri a Malta.
   Innanzitutto se Malta venne considerata tappa transitoria, intesa come base militare per tentare di recuperare l'amatissima Rodi, la cui perdita costituirà sempre per gli Ospitalieri un cocente dolore; oppure se l'isola venne intesa fin dal primo momento come sede stabile e permanente per l'Ordine. Forse la prima ipotesi è la più probabile se consideriamo che la flotta venne messa subito in assetto di guerra e spedita a Modon nel sud della Grecia per creare una base da cui puntare poi verso Rodi. La dura sconfitta che ne conseguì fu probabilmente l'elemento decisivo che spinse il Gran Maestro Filippo de Villiers de l'Isle Adam ad abbandonare questo progetto e a dedicarsi a consolidare la presenza dell'Ordine a Malta.
   Un'altra questione è quella di come i cavalieri vennero accolti dalla popolazione. Se come elemento perturbatore che veniva a rompere l'equilibrio del potere della nobiltà locale, o piuttosto se come tutela per la popolazione praticamente indifesa di fronte alle frequenti scorrerie saracene. Probabilmente nei due modi, forse con più entusiasmo da parte della popolazione dell'isola che nei cavalieri vedevano una maggiore difesa rispetto alla costante minaccia mussulmana, piuttosto che dai potentati che vedevano in tal modo ridurre il proprio ruolo. Un problema che in ogni caso va considerato in una visione complessiva, giacché sentimenti e situazioni nei duecento sessanta anni della presenza dei cavalieri tendono a variare creando varie forme e gradi di integrazione tra le due comunità, momenti di intesa ed altri di contrasto.
   Certamente con l'arrivo dei cavalieri si inizia un periodo straordinario che coinvolge ogni campo, a partire dallo sviluppo urbanistico dell'isola che inizia a trasformarsi proprio qui in questa piccola penisola dove i cavalieri iniziarono a fortificarsi, a porre il convento, la chiesa e l'ospedale.
    Tra i successori di Filippo de Villiers de l'Isle Adam, che muore a Medina quattro anni dopo essere giunto a Malta, ebbe un significativo ruolo il Gran Maestro spagnolo Juan de Omedes che impostò il problema di Birgu, di forte Sant'Angelo e della difesa complessiva dell'isola a cui dette un contributo essenziale l'architetto italiano Adeodato Ferramolino.
   Naturalmente l'Ordine che giunge a Malta non era una nuova istituzione, ma una complessa struttura politico-militare con una precisa vocazione ospitaliera che, pur restando fedele ai propri presupposti deve adattarsi ad una situazione completamente nuova. Un'istituzione che si evolve
 
che si confronta con la realtà circostante fin dalla sua nascita. Abbiamo pensato che la persona più adatta per mostrarne l'evoluzione, i suoi caratteri fondamentali e le varie fasi del suo sviluppo storico, con particolare riferimento alla vocazione ospitaliera, dovesse essere Antony Luttrell del quale conosciamo da tempo i suoi studi su molteplici aspetti della storia dell'Ordine. Il prof. Luttrell ci spiegherà come l'Ordine nato in Palestina come istituzione ospitaliera manterrà questo suo carattere sia a Rodi che qui a Malta, un'evoluzione che comporta anche una straordinaria capacità di adeguamento alla situazione nella quale l'Ordine opera che costituisce una caratteristica che ha mantenuto fino ai nostri giorni.
   Un Ordine militare che già a Rodi è divenuto essenzialmente marinaro e che a Malta trova il porto naturale migliore del Mediterraneo e che ha nella propria flotta e nella propria marineria uno degli aspetti più significativi. Un campo che abbiamo affidato a Hugo O'Donnel y Duque de Estrada, conde de Lucena, direttore dell'Instituto complutense de estudios de la Orden de Malta, storico sia della marina di Spagna che di quella dell'Ordine.
   Una risposta al problema che ci siamo posti sull'arrivo dei cavalieri a Malta e sul processo di integrazione nell'isola ci verrà data dalla relazione del prof. Victor Mallia Milanes, dell'Università di Malta che si chiede nello stesso titolo della sua relazione se gli Ospitalieri a Malta costituirono un mondo a parte, o si integrarono e come nella realtà locale.
   Il convento, la chiesa, l'ospedale e le difese militari furono le prime preoccupazioni dell'Ordine una volta giunto a Malta. Tutte queste opere così come in quelle a carattere civile che seguirono, ebbero presto anche una specifica valenza artistica nei vari campi, argomento che sarà oggetto della relazione del prof. Mario Buhagiar uno dei maggiori esperti in questo settore.
   Infine il cavaliere inteso come persona, con le sue motivazioni, i suoi sentimenti la sua cultura e le sue aspirazioni. Abbiamo sempre detto e ne siamo assolutamente convinti che l'Ordine di San Giovanni è un Ordine che ha radici ben solide nel proprio passato, ma che vive integralmente la propria epoca e si proietta nel futuro. Sugli aspetti interiori del cavaliere, sulla sua mentalità, sul suo animo interverrà il professor Nigro dell'Università di Messina.
   I cavalieri giunsero qui nell'autunno inoltrato del 1530, più o meno in questi giorni, era il 26 ottobre. Si misero subito all'opera iniziando proprio in questa penisola di Birgu i propri lavori. Affrontando questo tema speriamo che possa essere di buon auspicio per l'inizio delle attività dell'Accademia internazionale melitense.
   In ogni caso, oggi come allora, porremo in questa nuova opera passione, volontà, rigore

From Jerusalem to Malta:
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