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dal nostro inviato
ORAZIO PETROSILLO
CALTAGIRONE - Pochi temi riscuotono unanimità a parole e
insanabili contraddizioni nei fatti come i diritti umani.
Parlarne come di un presupposto fondamentale della pace può
sembrare ovvio ma non lo è. Anche dinanzi «alle strategie di
pace nel Mediterraneo», tema di un interessante forum
organizzato ieri dal Rotary nel Municipio di Caltagirone, al
quale sono intervenuti tra gli altri il presidente emerito
della Repubblica di Malta, Guido De Marco, e Carlo Marullo
di Condojanni, esperto di organizzazioni umanitarie, dal
1997 al 2002 Gran Cancelliere (primo ministro e ministro
degli Esteri) del Sovrano Militare Ordine di Malta, oltre
che primo ambasciatore dell’Ordine alle Nazioni Unite.
Ambasciatore, il tema dei diritti umani viene evocato nel
nostro paese a proposito degli immigrati. Si può parlare di
violazioni?
«Tranne qualche situazione estrema, in linea di massima
il nostro Paese non ha di che vergognarsi. Ciò che può
lasciare delle perplessità è l’espulsione verso paesi terzi
di grandi quantità di immigrati che, proprio a causa del
numero, non consente l’esame di situazioni individuali, nel
caso fossero rifugiati politici. L’Italia deve dotarsi di
strutture idonee per evitare che vi siano situazioni di
rimpatri di massa. E’ anche necessaria una maggior
sorveglianza per lo sfruttamento della manodopera
(caporalato, situazioni invivibili come lo scatolame per
cani dato in vitto). Inoltre, in ogni capoluogo dovrebbero
esserci ambulatori per evitare epidemie in quanto tra i
clandestini entrati nel nostro paese vi sono malati di
tubercolosi e di scabbia che non si fanno curare per non
essere identificati ed espulsi». Nella sua relazione ha
citato tra le più frequenti violazioni dei diritti umani nei
nostri paesi anche i processi troppo lunghi e le lunghe
detenzioni preventive...
«Questo è uno degli aspetti più eclatanti di violazioni
in paesi, purtroppo non escluso il nostro, dove non vi è
certo la guerra ma anzi una civiltà considerata evoluta,
dove però si può pagare un prezzo altissimo nell’evoluzione
democratica con l’uso dei poteri dello Stato che produce
infelicità, ingiustizie e sofferenze. Quanti sono i reclusi
nelle nostre carceri? Le cifre attuali parlano di 50.000, di
certo oltre il 40% dei carcerati è in esubero rispetto ai
posti disponibili nel sistema carcerario. Molti sono
detenuti per reati minori. Il nostro paese, per una non
chiara politica sul piano giudiziario, si rifiuta di
adottare un provvedimento di clemenza. E’ violazione anche
la distruzione della persona umana attraverso la
pubblicizzazione del sospetto del reato». Dinanzi al
terrorismo, fin dove si può sacrificare qualche diritto
personale in cambio di maggior sicurezza?
«Tutti accettiamo maggiori controlli, per esempio negli
aeroporti, per la tutela della nostra incolumità fisica.
Tutti però dobbiamo vigilare perché non si leda la sfera
della libertà individuale per fini diversi dalla sicurezza
del Paese».
Quali sono le più eclatanti violazioni dei diritti umani
nel mondo?
«Sono indubbiamente le decapitazioni degli ostaggi in
Iraq, sia che si tratti di prigionieri sia di ostaggi per
uso ricattatorio. Tra le più odiose ricordo le mutilazioni
genitali femminili in certi Stati africani. Altre violazioni
provengono dal differente uso della giustizia, soprattutto
per il fatto che in certi Paesi, anche per reati gravi come
la pedofilia, vi sono indulgenze inspiegabili». |