Il Messaggero 01/011/2004 Pagina 13

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Lunedì 1 Novembre 2004

 

 

 

 

 

Un convegno a Caltagirone/Intervista all’ex Primo Ministro del Sovrano Militare Ordine di Malta

 

«Immigrati e diritti umani, Italia promossa»

 

 

 

L’ambasciatore Carlo Marullo: attenzione però alle espulsioni di massa

 

 

 

dal nostro inviato

ORAZIO PETROSILLO


CALTAGIRONE - Pochi temi riscuotono unanimità a parole e insanabili contraddizioni nei fatti come i diritti umani. Parlarne come di un presupposto fondamentale della pace può sembrare ovvio ma non lo è. Anche dinanzi «alle strategie di pace nel Mediterraneo», tema di un interessante forum organizzato ieri dal Rotary nel Municipio di Caltagirone, al quale sono intervenuti tra gli altri il presidente emerito della Repubblica di Malta, Guido De Marco, e Carlo Marullo di Condojanni, esperto di organizzazioni umanitarie, dal 1997 al 2002 Gran Cancelliere (primo ministro e ministro degli Esteri) del Sovrano Militare Ordine di Malta, oltre che primo ambasciatore dell’Ordine alle Nazioni Unite.
Ambasciatore, il tema dei diritti umani viene evocato nel nostro paese a proposito degli immigrati. Si può parlare di violazioni?
«Tranne qualche situazione estrema, in linea di massima il nostro Paese non ha di che vergognarsi. Ciò che può lasciare delle perplessità è l’espulsione verso paesi terzi di grandi quantità di immigrati che, proprio a causa del numero, non consente l’esame di situazioni individuali, nel caso fossero rifugiati politici. L’Italia deve dotarsi di strutture idonee per evitare che vi siano situazioni di rimpatri di massa. E’ anche necessaria una maggior sorveglianza per lo sfruttamento della manodopera (caporalato, situazioni invivibili come lo scatolame per cani dato in vitto). Inoltre, in ogni capoluogo dovrebbero esserci ambulatori per evitare epidemie in quanto tra i clandestini entrati nel nostro paese vi sono malati di tubercolosi e di scabbia che non si fanno curare per non essere identificati ed espulsi». Nella sua relazione ha citato tra le più frequenti violazioni dei diritti umani nei nostri paesi anche i processi troppo lunghi e le lunghe detenzioni preventive...
«Questo è uno degli aspetti più eclatanti di violazioni in paesi, purtroppo non escluso il nostro, dove non vi è certo la guerra ma anzi una civiltà considerata evoluta, dove però si può pagare un prezzo altissimo nell’evoluzione democratica con l’uso dei poteri dello Stato che produce infelicità, ingiustizie e sofferenze. Quanti sono i reclusi nelle nostre carceri? Le cifre attuali parlano di 50.000, di certo oltre il 40% dei carcerati è in esubero rispetto ai posti disponibili nel sistema carcerario. Molti sono detenuti per reati minori. Il nostro paese, per una non chiara politica sul piano giudiziario, si rifiuta di adottare un provvedimento di clemenza. E’ violazione anche la distruzione della persona umana attraverso la pubblicizzazione del sospetto del reato». Dinanzi al terrorismo, fin dove si può sacrificare qualche diritto personale in cambio di maggior sicurezza?
«Tutti accettiamo maggiori controlli, per esempio negli aeroporti, per la tutela della nostra incolumità fisica. Tutti però dobbiamo vigilare perché non si leda la sfera della libertà individuale per fini diversi dalla sicurezza del Paese».
Quali sono le più eclatanti violazioni dei diritti umani nel mondo?
«Sono indubbiamente le decapitazioni degli ostaggi in Iraq, sia che si tratti di prigionieri sia di ostaggi per uso ricattatorio. Tra le più odiose ricordo le mutilazioni genitali femminili in certi Stati africani. Altre violazioni provengono dal differente uso della giustizia, soprattutto per il fatto che in certi Paesi, anche per reati gravi come la pedofilia, vi sono indulgenze inspiegabili».