Nell’aprile del 1171, un atto fa cenno agli Ospedalieri di Messina16 e a partire dal 1174 si parla della loro chiesa locale. Il nome di San Giovanni Battista appare nel 1177 quando Ruggero d’Aquila, conte d’Avellino, sottoscrive un atto di donazione a favore dei cavalieri presso la loro sede: assegna loro la chiesa di San Giovanni presso Adernò, una chiesa nelle vicinanze di Catania ed un mulino a Polizzi17. La presenza dell’Ordine a Messina è dunque sempre più consistente anche se ancora non si può parlare di una “casa madre” dei cavalieri in Sicilia fino al 1196, quando l’imperatrice Costanza, in un privilegio, identifica gli Ospedalieri di Sicilia con quelli di Messina18.
  I possedimenti messinesi furono affidati ad un priore locale che ricoprì un ruolo importante poiché Messina, in quel periodo, era l’unica grande città siciliana dove i cavalieri erano presenti e anche perché, per l’influenza delle Crociate e soprattutto dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187, una serie di donazioni private li aveva arricchiti considerevolmente, al punto da fare di Messina il luogo di concentrazione del loro patrimonio. Solo nella seconda metà del XIII secolo, lo statuto gerarchico del priore quale capo dell’Ordine sull’isola fu definito e dall’epoca angioina in poi egli è chiamato il “Gran Priore di Messina”.
  Il caso dei Templari è assai più complicato perché sono documentati a Messina solo dal 1209 quando fu risolto il problema sorto con l’arcivescovo per la spartizione dei beni assegnati in eredità all’Ordine19. Non sappiamo come e quando essi giunsero a Messina, ma possiamo ricordare l’esistenza di un atto del 1172, conservato nel cartulario dei Templari, in cui si fa riferimento ad una casa a Messina appartenente ad una vedova20. Più tardi, non sappiamo a partire da quando, questa casa fu posseduta dai cavalieri rossocrociati. Dopo il 1209, le fonti sono numerose anche se bisogna aspettare fino al 1255 per vedere menzionata in un documento ufficiale la chiesa templare di San Marco21. In questa data, Messina ospitò il precettore del Tempio in Sicilia e Calabria ed il priore di San Marco.
   I Teutonici s’installarono a Messina probabilmente intorno al 1191. La loro sede, l’Ospedale di Santa Maria degli Alemanni, non era infatti una fondazione federiciana e può essere considerato contemporaneo dell’Ospedale teutonico di Acri e di quello di Brindisi, entrambi creati nel 1191 e dedicati alla Vergine22. L’Ospedale di Santa Maria degli Alemanni era un centro di raccolta dei pellegrini germanici, ancora indipendente dalla casa madre di Acri. Con l’insediamento dei Teutonici in Sicilia nel 1197 e con la trasformazione della loro comunità monastica in ordine militare nel 1198, l’ospedale tedesco di Messina fu incorporato nella nuova istituzione.
  Messina costituiva un centro importante per tutti e tre gli ordini militari, soprattutto per gli Ospedalieri e per i Templari che qui possedevano la loro casa madre. Se è difficile immaginare le dimensioni del patrimonio locale di ciascuno degli ordini, è comunque indubbio che per l’Ordine di San Giovanni si trattasse del centro economico principale sull’isola e per i Teutonici di uno dei loro centri di rilievo. I Templari rispetto agli altri due, furono meno abbienti e le loro attività economiche si concentrarono nella zona tra Paternò, Lentini e Caltagirone. Nel Medioevo gli Ospedalieri possedevano a Palermo la chiesa ed il complesso di San Giovanni alla Guilla. Le origini di tali possedimenti sono state oggetto di una grande confusione storiografica: la chiesa, infatti, è stata associata all’Ospedale di Ognissanti di Palermo, fondato da Matteo Aiello nell’ultimo quarto del XII secolo23. Esistono due bolle di Lucio III che concedono alcuni diritti a questo ospedale nel 1182-83, ma non vi è alcun riferimento al fatto che i cavalieri fossero proprietari dell’ospedale24. Inoltre non è possibile affermare con sicurezza che l’Ospedale di Ognissanti fosse il predecessore di quello di San Giovanni alla Guilla. La prima fonte sull’Ordine di San Giovanni a Palermo è del 1203 quando Guglielmo Malconvenant assegnò agli Ospedalieri una casa a Palermo25 che potrebbe rappresentare il primo possedimento dell’Ordine nella capitale. Ma allora, che fine ha fatto l’Ospedale di Ognissanti? Nella seconda metà del XII secolo molte fondazioni monastiche rimasero “vuote”; per fare un esempio concreto, i Teutonici ricevettero nel 1197 il monastero cistercense della Santissima Trinità di Palermo, fondato dallo stesso Matteo Aiello tra 1169 e 1175. Si conosce un solo monaco di questo monastero prima del 1197 e, a questa data, la Santissima Trinità versava in stato di abbandono. È possibile allora che l’Ospedale di Ognissanti fosse stato abbandonato già nel XII secolo, anche se il rilevamento da parte degli Ospedalieri non è comunque da escludere.

PALERMO

  Il 18 luglio 1197, i Cavalieri Teutonici furono beneficiati a Palermo dall’imperatore Enrico VI nel quadro della strategia di conquista e di successiva pacificazione sull’isola attuata dall’esercito imperiale26. La Santissima Trinità di Palermo, ovvero la Magione, come fu chiamata in seguito all’insediamento dei cavalieri, possedeva una parte del quartiere della Kalsa di Palermo - l’Artilgidie - e gruppi di terreni e case nel Cassaro e nel Seralcadi, oltre ad un grande appezzamento di terra al di là del fiume Oreto. Questi possedimenti furono raddoppiati nel corso del XIII secolo grazie a donazioni di privati e ad una politica di urbanizzazione che vide i Teutonici creare, intorno al 1290, anche una loro via, la Ruga Nova Alamannorum, che seguiva più o meno il tragitto dell’odierna Via Alloro.


[16] E. De Rozière, Cartulaire de l’église du Saint-Sépulchre de Jérusalem, Paris 1849, n. 165, p. 295; White, Il monachesimo latino... (come n. 3), p. 371.
[17] BCP, Qq H 12, f. 64; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), I, n. 524, p. 358; White, Il monachesimo latino... (come n. 3), p. 371; Wiest, Die Anfänge der Johaniter... (come n. 3), p. 171.
[18]
Gennaio 1196, Palermo, Commenda Magione, 411, f. 109-110; BCP, Qq H 12, f. 68; T. Kölzer, Diplomata regum e gente Suevorum (C. Brühl, F. Giunta, A. Guillou, Codex diplomaticus Regni Siciliae, I, 2), Köln-Wien 1983, n. 17, p. 67-68; Minutolo, Memorie del gran priorato... (come n. 3), p. 8-9. .
[19]4 settembre 1209, BCP, Qq H 12, f. 461; Pecorella, I Templari nei manoscritti... (come n. 2), p. 50.
[20]Luglio 1172, BCP, Qq H 12, f. 439-441; S. Cusa, I Diplomi greci ed arabi... (come n. 12), II, p. 362; Pecorella, I Templari nei manoscritti... (come n. 2), p. 48.
[21] 17 luglio 1255, BCP, Qq H 12, f. 477; Pecorella, I Templari nei manoscritti... (come n. 2), p. 52; Bramato, Storia dell’Ordine dei Templari... (come n. 3), p. 150. .
[22] K. Wieser, Gli inizi dell’Ordine Teutonico in Puglia, in Archivio storico pugliese, anno 26 (1973), p. 475-476; M.L. Favreau, Studien zur Frühgeschichte des Deutschen Ordens (Kieler historische Studien, 21), Stuttgart 1974.
[23] White, Il monachesimo latino... (come n. 3), p. 372.
[24] Wiest, Die Anfänge der Johaniter... (come n. 3), p. 172.
[25] BCP, Qq H 12, f. 73; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), II, n. 1178, p. 24; Pirri, Sicilia Sacra... (come n. 3), II, p. 934.
[26] Mongitore, Monumenta historica sacrae domus mansionis... (come n. 3), p. 13-14; J.F. Böhmer, J. Ficker, Regesta Imperii, Innsbruck 1881-1901, IV, p. 243; J.H. Hennes, Codex diplomaticus ordinis sanctae Mariae Theutonicorum, Mainz 1845, I, n. 2, p. 2-4. .

  pagina precedente / back to previous page
indice / back to summary
pagina successiva / next page