In Palestina

crociati che nel luglio del 1099 conquistano Gerusalemme, trovano nei pressi del Santo Sepolcro un ospedale retto da una comunitá religiosa che si ispira alla regola di San Benedetto. Quei frati, che si sono dati come patrono San Giovanni Battista, indossano una vesta nera e portano sul petto una croce bianca simile a quella di Amalfi. Sarebbero stati alcuni ricchi mercanti dell'antica repubblica marinara a ottenere, anni prima, dal Califfo d'Egitto il permesso per costruire, nel quartiere latino della Cittá Santa, una chiesa, un convento e un ospedale nel quale assistere pellegrini di qualsiasi fede o razza. Si é discusso molto sulle origini di questa istituzione, ma la tesi piú accettata considera quegli uomini il primo nucleo dell'Ordine di San Giovanni.

Ed è nelle giornate della conquista della Palestina, che i Giovanniti si affacciano alla ribalta della storia. Stremati dalla faticosa marcia verso Gerusalemme e dal lungo assedio, i crociati trovano cure e conforto nell'ospedale.

Quella che segue é una fase storica molto difficile per i cristiani in Terra Santa. I nobili venuti dall'Europa a liberare il Santo Sepolcro sembrano piú interessati a soddisfare la propria sete di conquista che a ribadire le ragioni ispiratrici della crociata e sono spesso impegnati in estenuanti conflitti tra loro.

Dopo un breve periodo di sbandamento, i musulmani reagiscono con determinazione e questo rende necessario poter disporre di uomini addestrati alle armi e pronti a impugnarle in ogni momento. Gente per la quale la guerra sia non solo un mestiere ma, soprattutto, una missione.

I racconti di quanti sono stati amorevolmente assistiti hanno, intanto, reso famosi quei frati in tutta Europa e il 15 febbraio del 1113, Papa Pasquale II invia a Fra' Gerardo, capo della comunitá. una Bolla con la quale approva e rende ufficiale l'istituzione dell'Ospedale, concedendo ai suoi membri di eleggere propri «Maestri». La chiesa di Roma sancisce, dunque, la nascita di un nuovo Ordine religioso che acquisterá in breve tempo tanta notorietá da essere chiamato «La Sacra Religione».

Nel clima di quegli anni nascono, acquistando potenza e prestigio, anche altri ordini cavallereschi. Per i Giovanniti la storica e definitiva svolta avviene alla morte di Fra' Gerardo. Questo frate, ritenuto da alcuni amalfitano da altri francese, costituisce una figura di grande interesse per la storia dell'Ordine che, fin dalle origini, é sottratto alla giurisdizione dei vescovi e delle altre autoritá ecclesiastiche.

Al contrario dei suoi predecessori che avevano soccorso mercanti e povera gente in cerca del perdono divino, Gerardo vive le giornate della vittoria cristiana e incontra i grandi capitani d'Occidente. All'indomani della conquista di Gerusalemme, Goffredo di Buglione offre all'Ospedale una prima donazione che sará seguita ben presto da altre. Inoltre, caduta la tensione della battaglia finale, il sentimento religioso riaffiora e molti crociati chiedono di diventare Ospedalieri: le file di quella che diventerá tra breve la Sacra Milizia si vanno ingrossando.

Il successore di Gerardo é Fra' Raymondo de Puy, il quale si denomina «Maestro» e affida ai suoi confratelli un compito nuovo: ai malati e ai pellegrini non garantiranno piú soltanto cure e assistenza, ma anche la difesa armata.

Il nuovo Maestro adotta definitivamente come emblema la bianca Croce a otto punte, simbolo delle otto beatitudini del Discorso della Montagna e sancisce il cambiamento: pur rimanendo fedeli ai voti di povertá, castitá e obbedienza, quegli uomini indosseranno la cotta di ferro e cingeranno la spada. L'Ospedale assume il carattere di ordine di cavalleria ma conserva, al tempo stesso, la condizione di religioso. Diviene militare, ma tra questa e le altre istituzioni similari, restano sostanziali differenze. Sotto le insegne dei Templari e dei Teutonici accorrerá gente d'arme alla ricerca di un significato da dare alle sue imprese guerresche e che intende porre il proprio coraggio al servizio della Fede. Gli Ospedalieri sono invece uomini giá toccati dal Verbo Divino, dediti a opere di misericordia, consacrati all'altruismo e che in nome di questo ideale, decidono di armarsi. Una diversitá di determinante rilevanza storica e politica, che contribuisce a spiegare le ragioni per le quali, a differenza degli altri, l'Ordine di San Giovanni sia riuscito a superare infinite difficoltá e ad approdare ai nostri giorni con le sue prerogative e il suo fascino.
Duecento anni durerá la permanenza dei Gerosolimitani in Palestina. Due secoli di battaglie, assedi, trattati, agguati, ambascerie, durante i quali i cristiani godranno solo di qualche breve periodo di pace.

Superata la fase organizzativa, acquisteranno un'importanza sempre maggiore nelle vicende del regno d'Oltremare e le loro capacità trovano eloquenti testimonianze anche nelle relazioni dei cronisti musulmani. Lo stesso odio inestinguibile che gli infedeli nutriranno per i Frati Cavalieri, costituisce una dimostrazione del ruolo che essi ebbero in Terra Santa.

Un esempio tra i tanti. All'indomani della sfortunata battaglia ai Corni di Hattin, in cui le armi d'Occidente furono duramente sconfitte da Saladino, il suo aiutante Imad-Ad-Din descrive la scena di un massacro di Giovanniti prigionieri e disarmati ordinato dal sultano il quale, alla vista degli uomini dell'Ospedale, dimenticava la sua proverbiale generositá.

Con il passare del tempo le file dei crociati si andavano via via assottigliando e questo rendeva sempre piú arduo assicurare la difesa del paese. Per arginare in qualche modo le continue incursioni nemiche furono costruite alcune fortezze, molte delle quali vennero affidate ai Cavalieri di San Giovanni.

Ma non furono apprezzati solo per il coraggio. In molte circostanze i sovrani di Gerusalemme si serviranno di loro come ambasciatori e per risolvere difficili controversie. Uomini d'arme, ma anche saggi e avveduti consiglieri, educati alla scuola del servizio per il prossimo e alieni da interessi che caratterizzarono invece le attivitá e i comportamenti di altri ordini cavallereschi.

Difficile ricostruire la lunga vicenda militare in Terrasanta. Nel 1153 i Gerosolimitani contribuiscono alla conquista di Ascalona, affrontano piú volte il famoso condottiero Nur-EI-Din, difendono Banyas, combattono in Egitto sotto la guida del Gran Maestro Fra' Gilberto d'Assailly. Nel 1187 ai Corni di Hattin lo stesso Maestro Fra' Ruggero Des Moulines cade in battaglia contro Saladino e a centinaia i Giovanniti si sacrificheranno nella difesa di Gerusalemme che il Sultano riconquista il 2 ottobre dello stesso anno. Ma, nonostante le perdite, i musulmani se li troveranno sempre di fronte.

Guidata da Riccardo Cuor di Leone, nel 1191 la terza crociata sembra risollevare le sorti delle armi cristiane e i Cavalieri dell'Ospedale accorrono in difesa di Tripoli, di Antiochia, del regno di Armenia dove vengono chiamati a presidiare la fortezza di Seleucia. Il 12 luglio del 1191 il sovrano inglese riesce a conquistare San Giovanni d'Acri ma, per una serie di contrasti con gli altri comandanti crociati, nell'ottobre dell'anno successivo lascia la Palestina.

Ancora battaglie e durante la quinta crociata i Gerosolimitani partecipano alla conquista di Damietta, che cade il 5 novembre del 1219. Una vittoria importante che non serve, peró, a mutare la situazione in Terrasanta.

Nel 1229 Federico II di Svevia ottiene pacificamente Gerusalemme dal sultano d'Egitto, ma si tratta di una breve tregua. Nel 1246 i musulmani attaccano la cittá massacrandone gli abitanti e a Gaza infliggono una dura sconfitta agli avversari. Inutile la disperata resistenza degli uomini della Sacra Milizia, il cui Maestro, Fra' Guglielmo de Chateauneuf, é fatto prigioniero.

Anche la spedizione di Luigi IX re di Francia non serve a cambiare le sorti del regno. Nel 1249 i crociati attaccano e occupano ancora una volta Damietta, ma il 6 aprile del 1250 a Al Mansurath, nel delta del Nilo, l'esercito del sovrano francese viene sbaragliato. Il valore non é sufficiente a decretare la vittoria e Luigi X si vede costretto a restituire Damietta.

Un numero sempre maggiore di fortezze viene affidato ai Cavalieri della bianca Croce: ancora scontri e memorabili imprese. Gli ottomani fanno ormai fronte comune e le forze in campo diventano sempre piú disuguali. Nel 1268 il sultano d'Egitto intraprende una massiccia offensiva e Giaffa e Antiochia sono conquistate, mentre il cerchio degli infedeli si stringe da nord a sud. Il 23 marzo del 1271 cade il Crac dei Cavalieri: anche quel formidabile castello non regge all'assalto delle truppe del sultano Bairbas. Passano pochi anni e nel 1285 Qalawun, il nuovo sultano d'Egitto, occupa Margat, altra roccaforte dell'Ospedale. Ai sopravvissuti di tante guerre non arriva alcun aiuto dall'Occidente. In Europa lo spirito crociato sembra ormai sopito e la fine dell'impresa in Terrasanta é ritenuta inevitabile.

Nel 1289 Qalawun assedia Tripoli di Siria e, anche sulle mura di quella cittá, i Giovanniti cadono in gran numero.

L'ultimo scontro lo affrontano ad Acri, sede dell'Ospedale, nella primavera del 1291. A guidarli é il Gran Maestro, Giovanni De Villier. Decisi a scacciare gli infedeli dalla propria terra, i musulmani stringono d'assedio la cittá: la superioritá dei loro eserciti é tale da rendere impossibile qualsiasi tentativo di resistenza.

Ma i Gerosolimitani non intendono cedere. Tolemaide rappresenta per loro l'estremo baluardo sul quale testimoniare la propria fedeltá alla Regola, la disponibilitá al sacrificio supremo. Giunto fino a noi grazie ad alcuni cronisti, il racconto di quelle giornate ha delI'incredibile: compiranno prodigi di valore, ma sará tutto inutile. Quando l'ultima resistenza cade, i pochi superstiti portano in salvo sulle navi i malati e lo stesso Maestro gravemente ferito.

Per le armi cristiane l'avventura in Palestina si conclude drammaticamente. E mentre la storia delle crociate trova il suo doloroso epilogo su una spiaggia insanguinata del Mediterraneo, i Cavalieri dell'Ospedale fanno vela verso Cipro: il loro avvenire é ormai sul mare.