DON ANTONINO MARULLO di CONDOJANNI

 

 

Nato a Milazzo il 23 Settembre 1835 da Nicolò e da Isabella D’Amico, discepolo dei Sommi che prepararono ed effettuarono il Risorgimento Nazionale, Avvocato, fu fervente patriota e cospirò, a Napoli, per abbattere il Governo Borbonico. Fu arrestato e, per qualche tempo, ristretto nelle carceri napoletane. Liberato per intercessione del primo Ministro Giovanni Cassisi, suo parente, fu mandato in esilio a Firenze dove, col nome di Marulli frequentò i circoli liberali, affinando la già vasta cultura e producendo numerosi scritti, appunto col nome “Antonino Marulli”, molti dei quali politici.

Successivamente fu confinato a Milazzo, dove sposò la cugina Grazia Bonaccorsi, figlia di Fracesco Carlo, a sua volta esponente di spicco del liberalismo siciliano.

Fu eletto, in epoca unitaria, deputato del Consiglio provinciale messinese e tra il 1889 e il 1890 fu anche Sindaco di Milazzo.

Dotato di vasta cultura, lasciò molti suoi scritti pregevoli tra i quali ricordiamo: “Amor di Patria”, edito a Napoli dalla tipografia De Angelis nel 1864; “Memorie di una lontana fanciullezza”, memoriale edito nel 1922, in Milazzo, presso la Tipografia di Francesco Marullo Proto, a sua volta Garibaldino; “La Camicia Rossa a Milazzo” breve romanzo storico; “Un voto sacro alla Patria”, saggio politico; “Drammatico svolgimento di scene politiche morali e civili”; “Rejetta: Scene della vita reale e moderna”; “Scene comiche svolte nei primi albori di una nuova era politica e civile”; “Memorie di grandezza, febbre di ricchezze”; “ Memorie di una lontana fanciullezza pur sempre vive e prementi nell’ultima estrema età”, ultimo memoriale. Altri scritti non editi erano custoditi nella vasta biblioteca della sua residenza estiva di Oliverella, Contrada Due Torri, di cui al momento non si ha notizia, ma, a quanto risulta, tra le più fornite del Comprensorio Milazzese.

Morì il 4 Dicembre del 1931in Milazzo, nel Palazzo avito di via Umberto, che esiste ancora e dove nella chiave di volta del portone di ingresso resta scolpito lo stemma di famiglia.