Sicilia e Malta
nella strategia navale di Carlo V

 

HUGO O’DONNEL
Università di Madrid
Carta dei Paesi ove sono riportate le località occupate dall’Ordine
Carta dei Paesi ove sono riportate le località occupate dall’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni o di sua influenza strategica, nel bacino del Mediterraneo; è evidente l’altissima densità in particolare in Sicilia e a Malta (Biblioteca Storia Moderna e Contemporanea).

Map of the countries showing the places occupied by the Order of the Knishts of St. John or having a strategic importance in the Mediterranean basin: the very high density is particularly evident in Sicily and Malta (Library of Modern and Contemporary History).

in dagli inizi del regno di Carlo V si intravedono le modalità con cui si sviluppa la sua politica navale, che in molte occasioni sono le più elementari e obbligate. La regola generale del Regno fu quella di conservare e non di conquistare, e la sua azione marittima fu più che altro difensiva, lasciando sempre l’iniziativa ai nemici. Dei vantaggi di questa tattica godranno i francesi, i berberi e i turchi, e le limitate azioni intraprese consisteranno in contrattacchi o in misure di freno dell’offensiva nemica.
  La Sicilia gode senza dubbio di una posizione strategica di primo ordine, essendo bagnata dal sud Tirreno ed essendo collegata al Mediterraneo Orientale e all’Africa Settentrionale dai canali di Messina e Malta.
   La Sicilia sarebbe stata necessariamente coinvolta nella guerra contro Francesco I, il cui teatro di battaglia era l’Italia: conservare l’Italia significava dominare le rotte del mare e rifornirla di uomini, armi e viveri; cosa che per i francesi sarebbe stata molto più facile dalla terra ferma, utilizzando i passaggi alpini.
  La Sicilia inoltre ha una posizione di prima linea di fronte ad attacchi di qualsiasi entità, che provengano sia dai berberi sia dai turchi; e nel momento in cui si crea l’unione Parigi-Algeri-Istanbul, l’isola taglierà le comunicazioni tra Parigi e la costa berbera.
  La posizione privilegiata dell’isola nel contesto del Mediterraneo occidentale può, inoltre, avvalersi di due insediamenti urbani: Palermo come centro di potere e d’infrastruttura amministrativa e Messina, come vera e propria base navale.
 La presenza permanente di forze navali si giustifica ancora di più alla luce di queste circostanze e come conseguenza del dovere del Monarca di difendere il Regno; infatti, proteggendo questo lato del regno curava gli interessi di tutta la monarchia, considerata la particolare posizione geografica della Sicilia.
  La “Squadra di Galee della Sicilia”, come sarà soprannominata non solo la flotta delle navi da guerra di questo regno, ma tutte quelle che col tempo si andranno aggiungendo, avrà come compito principale quello della difesa contro gli attacchi nemici.
  Di conseguenza la protezione delle coste spagnole da Gibilterra a Perpignano, comprese anche le Isole Baleari, sarà assegnata alla squadra delle galee della Guardia di Granada, denominata, fin dal 1529, “Squadra delle galee di Spagna”.
  La protezione delle coste della penisola Italiana sarà assegnata alla squadra delle galee di Napoli. Come complemento e rinforzo generale di tutte le squadre si ha, fin dal 1528, la squadra delle galee genovesi di Andrea Doria che costituirà il nucleo operativo al quale, di volta in volta, secondo la necessità, si andranno aggiungendo le altre squadre.
  La squadra melitense, fin dal 1530, dopo la consegna di Malta ai Cavalieri di San Juan, è qualcosa in meno di un’unità navale integrata nella flotta di Carlo V, e qualcosa in più di un semplice alleato, in quanto la sua partecipazione alle azioni contro i turchi e i berberi giungeva solo quando le circostanze glielo consentivano.
Malta, insieme con Tripoli nella costa Africana, costituiva il punto più avanzato del dominio spagnolo ed era la porta più esposta della porta Siciliana.
   La cessione provvisoria di Malta che si convertì, in definitiva, non riuscendo a recuperare Rodi, costituirà un ulteriore aiuto al lato più esposto del regno spagnolo; più tardi si sarebbe provato che la battaglia di Lepanto (1571) ebbe luogo proprio perché precedentemente (1561), questa parte della Sicilia, che Carlo V cedette contro tutti i diritti e contro il suo giuramento di non separare nessuna parte del territorio siciliano, resistette eroicamente agli attacchi nemici.

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