IL TEMPO, 28 aprile 2001

ORDINE DI MALTA: LA GRANDE STORIA NELLE EMISSIONI

Di Gian Luigi Rondi

“I ragazzi di oggi hanno cominciato facendo collezione di schede telefoniche. Poi però le hanno presto accantonate, troppo presi come sono adesso a navigare su Internet, aprendosi al mondo intero con un semplice click”.
Lo ha detto con bonaria ironia a Palermo, a Villa Niscemi, sede dell’Amministrazione Comunale, il numismatico e filatelico dell’Ordine di Malta, Fra’ John Critien, in occasione di una mostra che con l’alto patronato del Gran Magistero dell’Ordine, è stata organizzata dalla Fondazione Melitense “Donna Maria Marullo di Condojanni”, con la partecipazione dei rappresentanti dell’Assemblea Regionale Siciliana, dell’Associazione dei Cavalieri Italiani dell’Ordine e del Gran Priorato di Napoli e Sicilia.

Da ragazzo invece Fra’ Critien si era dedicato, come molti suoi coetanei, a collezionare francobolli e monete e poiché la sua famiglia era molto legata all’Ordine di Malta aveva finito per rivolgere tutte le sue attenzioni alle monete dell’Ordine, diventandone uno dei più celebrati collezionisti e con una esperienza tale che gli ha consentito non solo di curare adesso la sezione numismatica della Mostra di Palermo, dalle più lontane origini alla monetazione completa coniata durante il Regno del Gran Maestro attuale, Fra’ Andrew Bertie, ma di illustrarne con illuminata competenza la storia; poi esemplificata, un’epoca dietro l’altra, nelle varie sale in cui l’esposizione si svolge.
L’epoca che ha più spazi sono i 268 anni del governo dell’Ordine sull’isola di Malta, ma la monetazione ebbe inizio anche prima, nei due secoli trascorsi dall’Ordine a Rodi dove, come conseguenza della propria sovranità ormai internazionalmente riconosciuta, cominciò a battere moneta.
Di quel periodo infatti come ha ricordato Fra’ John Critien sono esposte alla mostra un “gigliato” d’argento che, con il giglio di Francia cui deve il suo nome, risale al regno del Gran Maestro Fra’ Roger de Pins (1355-1365) e degli zecchini d’oro coniati tra il Quattrocento e il Cinquecento: tutti di altissimo valore numismatico.
Una moneta dopo l’altra, di secolo in secolo, data l’esauriente imponenza della raccolta, frutto spesso di prestiti di collezionisti del mondo intero, si può così risalire alla storia completa dell’Ordine: non solo ai suoi Gran Maestri e alle loro vittorie militari, ma anche agli impegni caritativi, religiosi, e civili di una istituzione che, attraverso gli anni, è sempre stata fedele al suo ideale di “difesa della fede” e di sostegno dei bisognosi. Non a caso infatti la Mostra, e l’ampio catalogo che la illustra, si intitola “Lungo il cammino della Filermosa”.

Nella stessa ottica l’emissione filatelica: dalla prima emissione delle Poste Magistrali nel 1966, fino alla più recente, per un complesso di ben 278 serie, con una particolare attenzione alle raffigurazioni dei Santi dell’Ordine, con la festa di San Giovanni Battista, il patrono, e, di anno in anno, con la celebrazione delle ricorrenze natalizie.
Completa le preziose raccolte una collezione di decorazioni e di insegne dell’Ordine, molte provenienti dalla stessa famiglia Marullo di Condojanni alla cui congiunta è intitolata la Fondazione.
Lo scopo, come ha precisato proprio la presidente della Fondazione Elisabetta Marullo, è soprattutto quello di testimoniare, in tutti i campi “l’azione culturale dell’Ordine, con l’impegno di recuperarne la memoria e di tramandare il presente agli studiosi di domani”.
Una decorazione, una insegna, non sono infatti solo un oggetto dorato o smaltato, portato sul petto o esposto adesso in una bacheca, ma, tramite chi ne viene insignito, indicano anche i legami che via via l’Ordine ha intrecciato con organismi e prestigiose istituzioni, come ha dimostrato di recente la consegna, da parte del Gran Cancelliere Don Carlo Marullo di Condojanni, del Collare dell’Ordine al Merito Melitense al Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano.
La cronaca, che si congiunge alla storia, riconfermando in questo caso l’unione strettissima dell’Ordine alla Chiesa. Documentata, del resto, da ogni momento della mostra di Palermo. La cultura, la carità, la fede.