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L’ORDINE DI MALTA E IL CAMMINO DI SANTIAGO

Centro di Studi Melitensi – Magione 1994

Presentazione

 

L’8 Settembre 1993 nel Castello di Magione, alla presenza di Sua Altezza Eminentissima il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, presenti anche molte Dame e Cavalieri, oltre alle massime autorità civili e militari, fu tenuta una conferenza promossa congiuntamente dall’Ordine di Malta e dall’Università di Perugia sul tema relativo ai rapporti tra l'Ordine Giovannita e la devozione campostellana.

Il testo che segue è un ampliamento di quella conferenza tenuta dal Prof. Paolo Caucci von Saucken, alla quale sono state aggiunte notizie e fotografie che più direttamente si riferiscono alla presenza dell’Ordine di San Giovanni lungo il Cammino di Santiago.

L'autore si è avvalso, nelle sue ricerche, anche della circostanza della presenza a Perugia di iniziative universitarie sempre molto attente alle questioni storiche del pellegrinaggio compostellano.

Non sfugga che, proprio l’Università di Perugia a questo tema ha dedicato nell’ultimo periodo ben tre convegni internazionali e numerose pubblicazioni.

La Conferenza diede l'occasione proprio al Magnifico Rettore dell'ateneo perugino Prof. Giancarlo Dozza di ricordare, nello storico Castello di Magione, gli stretti legami tra la presenza dell'Ordine nella vecchia Europa e il pellegrinaggio compostellano.

Ma veniamo al significato dello studio del Prof. Caucci che oggi vede la luce in un’edizione assai raffinata, corredata anche dalle parole del Magnifico Rettore. Studio che merita un cenno più diffuso per inquadrare, nel rispetto delle consolidate individualità spunti di interazione tra i Cavalieri di Malta ed i pellegrini che attraversavano l'Europa del Medioevo per andare a Santiago di Compostella.

La più antica e significativa vocazione dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta è stata ed è certamente quella ospitaliera. L’Ordine, come è noto, nacque in funzione della accoglienza, assistenza e cura dei pellegrini che, a seguito della prima crociata, sempre più numerosi, si riversavano in Terra Santa.

Il legame tra la spiritualità sempre presente tra i giovanniti e la necessità del pellegrinaggio si era sviluppato nel tempo, segnando l’espansione del servizio dell’Ordine su tutte le strade della cristianità. Gli studi più recenti di storia melitense stanno evidenziando la presenza giovannita oltre che sulle vie marittime del Mediterraneo, anche su quelle terrestri, utilizzate qualche volta, su direttrici diverse da quelle che segnavano le vie di andata e ritorno dai luoghi santi.

A secondo delle necessità di spostamento, i pellegrini che si recavano in devozione ai celebri santuari medievali, utilizzavano certamente "le case e le chiese dell’Ordine di San Giovanni” come luogo di preghiera e di cura, di sosta e di ristoro. Tra queste un particolare significato hanno avuto quelle sedi della religione giovannita dislocate lungo i cammini che portavano a Santiago de Compostela.

Pertanto, il "lavoro" del Prof. Caucci von Saucken, che ho l’onore di presentare, ben si colloca in un momento nel quale in tutto il mondo si ricercano motivi di unità spirituale che, certamente, fanno meditare e che portano anche alla rivalutazione della devozione compostellana.

Anche la Santa Sede, più volte ebbe a sottolineare come il pellegrinaggio a Santiago facesse rivivere i tentativi di ricomporre un’unità spirituale che tenesse conto delle ansie dell’Europa.

A questo, nel 1987, si unì l’opinione espressa dal Consiglio d’Europa che volle fare dei cammini compostellani "il primo itinerario culturale europeo" nel senso di promuovere una serie di iniziative tese alla valorizzazione di un patrimonio artistico-culturale di eccezionale rilievo.

A me personalmente, prima di concludere questa breve presentazione, piace sottolineare come se da una parte i Cavalieri di Malta hanno rappresentato un momento di coesione sovranazionale nell’Europa politica del Medioevo, così la devozione compostellana ha rappresentato un motivo sovranazionale di spiritualità vissuta e sofferta nello stesso periodo. Entrambe le circostanze assumono un significato meritevole di essere ulteriormente indagato, anche sotto l'aspetto dell'indissolubile legame tra l'incisività dell'azione e la forza dello spirito che deve stare dietro di esse.

Sia i pellegrini di Santiago che i Cavalieri di Malta, entrambi coscienti di questa verità, ciascuno nel rispetto dei propri carismi, furono le forze e le potenze che per strade diverse hanno contribuito a salvare l'Europa affermando i principi della “tuitio fidei” e "obsequium pauperum".

A conclusione desidero rinnovare il mio ringraziamento all'Autore e alla Cassa di Risparmio di Perugia per il dono prezioso che ci fanno con questo volume, che personalmente ho incoraggiato e, per la presentazione del quale, i Cavalieri di Malta hanno offerto la splendida residenza del Castello di Magione, recentemente arricchita del restauro della grande sala del pianterreno e della Biblioteca, che, per iniziativa di S.A. Em.ma il Principe Gran Maestro, nell’esercizio del mio ufficio, ha avuto l'onore di riportare agli antichi splendori.

 

Roma, 24 Giugno 1994