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COMMENDE MELITENSI NELLA SICILIA OCCIDENTALE

Delegazione Gran Priorale di Palermo, 2001

Presentazione

 

Accolgo con vivo interesse l’invito, rivoltomi dalla Delegazione Granpriorale di Palermo, a presentare il volume dedicato alla presenza storica dei Cavalieri di San Giovanni in alcuni siti della Sicilia Occidentale, ed, in particolare, alla memoria delle Commende ancora oggi presenti con resti tangibili, testimoniati anche da fondi librari e archivistici di rilevante importanza.

L’opera mi fu annunziata nell’occasione della mia visita ufficiale all’Assemblea Regionale Siciliana, lo scorso anno, allorquando in quella sede si tenne il Convegno Internazionale di studi sul tema “La presenza dei Cavalieri di San Giovanni in Sicilia”, i cui atti, editi dalla Fondazione Melitense “Donna Maria Marullo di Condojanni” accanto alle pubblicazioni già note, costituiscono una fondamentale premessa alle ricerche storiche attuali sui siti commendali siciliani e sulla loro storia.

Il volume che vede la luce si inserisce, a pieno titolo, nel quadro editoriale, avviato dal Gran Magistero negli anni ‘90, in vista delle celebrazioni dei 900 anni di vita dell’Istituzione Melitense, che hanno avuto luogo nel 1999. Quella occasione celebrativa fu utile per spronare tutti gli Enti dell’Ordine ad indagare sulla propria storia, ricercando fatti ed eventi, dei quali in parte si era perso il ricordo e che, proprio attraverso il rinnovato impegno culturale melitense, ha portato a ricostruzioni e testimonianze che coprono oggi quasi tutto il territorio dei Gran Priorati dell’Ordine.

L’autore si intrattiene, in particolare, su quanto resta nel territorio delle Commende palermitane, di cui, fra gli atti, è testimonianza la Chiesa di San Giovanni alla Guilla. Particolare interesse viene dedicato anche all’ex oratorio di San Giovanni di Via Maqueda, oggi non più esistente per le distruzioni dell’ultima guerra, le cui tracce sono però marcate e di grande interesse storico-culturale.

Studi particolari vengono dedicati alla Commenda di Polizzi, la più importante della Sicilia Occidentale, che ha lasciato, anche sul piano museale, numerose tracce costituite da oggetti e suppellettili inerenti alla vita della religione gerosolimitana in Sicilia. Così pure a Termini Imerese e Caccamo vengono dedicate alcune pagine aprendo la strada a nuove e sinora inesplorate ipotesi sulla significativa presenza dei Cavalieri in quelle antiche contrade.

Sebbene il volume presentato certo non esaurisca le ricerche relative alle Commende della Sicilia Occidentale, pur tuttavia in esso vediamo un signifi­cativo sforzo dell’autore, con il quale ci complimentiamo, che arricchisce il mosaico della presenza dei Cavalieri di Malta in Sicilia.

Tali ricerche auspico che siano proseguite e riscontrate con l’approfondito esame dei fondi archivistici, tra i quali i più rilevanti appaiono quelli del Fondo della Magione, presso l’Archivio di Stato di Palermo, e quello esistente nella Royal Library di Malta.

Vogliano la Beata Vergine di Fileremo e San Giovanni Battista guidare i passi di coloro che saranno chiamati a servire sul terreno della ricerca e li accompagnino nel non sempre facile cammino, per le vie culturali e scientifiche del mondo!

 

Roma, Palazzo Magistrale  - 21 novembre 2001.