STORIA
I Cavalieri Gerosolimitani Un ciclo di studi dedicato a «I Cavalieri
Gerosolimitani» si è tenuto in Roma, nell’ambito del Corso di Storia Europea
per l’Anno Accademico 1991-1992 organizzato dalla Fondazione Europea Dragan,
con la collaborazione del Sovrano Ordine CONFERENZA
– 31 MARZO 1992
L’Ordine di
Malta: future strategie
Roma.
Castello della Magliana. S.A. Em.ma il
Principe e Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie con il Conte Carlo Marullo di
Condojanni e l’Ospedaliere, Conte
Geraud Marie Michel de Pierredon, al Primo Seminario per le Future Strategie
del dicembre 1988. Rome. The
Magliana Castle. H.M.E.H. the Prince and Grand Master Fra’
Andrew bertie with Count Carlo Marullo and the Hospitaller, Count Geraud Marie
Michel de Pierredon, at the First Seminar for Future Strategies in December
1988. “E’ difficile parlare di future strategie, o di futuro, senza riconoscere
al passato ed al presente quel ruolo prodromico che gli spetta in una dignità
di evoluzione di eventi della vita che poi, nel caso in specie di istituzioni
benemerite, diventano anche eventi storici. L’Ordine di Malta, dalle alterne vicende della sua storia nell’ambito
ristretto del Mediterraneo, si è posto nel secolo attuale all’attenzione del
mondo intero con orizzonti intercontinentali, con prospettive di interesse
umanitario globale. Ben poco avrebbe significato per l’Ordine oggi avere il
governo di un piccolo Stato territoriale, mentre il suo è diventato un impero
della carità su cinque continenti; in realtà quella che al momento
dell’occupazione napoleonica sembrò una débacle, si rivelò la preparazione di
un futuro radioso che in questo momento si sta vivendo in una prospettiva di
crescita. E fu proprio in funzione di questa prospettiva che, con lungimiranza
politica, il compianto Gran Maestro Fra’ Angelo de Mojana di Cologna, in un
momento particolare della vita dell’Ordine, seppe cogliere ed interpretare le
ansie e gli aneliti di linee strategiche per il futuro, provenienti dagli
organi periferici ed operativi dell’Ordine, convocando nel 1987 il Seminario
per le Future Strategie. Fu questo il suo testamento politico, oggi portato
avanti dal Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie che nel dicembre 1988, a pochi mesi
dalla sua elezione, aprì i lavori del Seminano. Fu quello il momento della
constatazione degli aneliti del mondo internazionale verso l’Ordine,
dell’interesse dei membri dell’Ordine verso le prospettive umanitarie, vissuto
nelle periferie: fu una scoperta di uomini! Nasce, ed è storia di oggi con risultati concreti in gran parte già
realizzati, la costituzione dei gruppi di lavoro per approfondire i temi
dell’azione futura dell’Ordine nel quadro della politica umanitaria dell’Ordine
stesso: spintualità, opere ospedaliere, protezione civile, «fund raising» e
distribuzione risorse, comunicazione, unificazione degli emblemi. Sostanziali
riforme sono in atto nel campo delle Comunicazioni, della Protezione civile,
dell’aderenza degli Organi alle norme costituzionali. Le Strategie hanno indicato come sia fondamentale per 1’ Ordine agire nelle
proprie attività in una logica di joint venture tra gli Enti melitensi e tra
questi e le altre organizzazioni umanitarie esistenti nel mondo, tenendo
presente il concetto di partnership nel quale gli Enti melitensi più importanti
devono assumere la responsabilità per quelli minori o agli inizi del loro
lavoro, conducendo avanti un programma su attività inquadrate nella politica
dell’Ordine. Strettamente connessa a questa logica è la questione del «fund raising» da
una parte e della distribuzione delle risorse dall’altra; le prospettive della
raccolta dei fondi nel mondo sono ampie ed è bene che anche questo discorso
venga portato avanti secondo linee precise che le strategie hanno identificato.
Lo specifico Gruppo di Lavoro istituito a riguardo ha studiato e delineato
programmi di raccolta di fondi a livello locale, a livello regionale, a livello
internazionale, auspicando che ciascuna entità dell’Ordine gestisca le proprie
opere, nel proprio territorio, con raccolte di fondi a tali livelli, e che i
progetti internazionali vengano gestiti in un’ottica di servizio realizzata nei
centri di coordinamento che ne prendono le responsabilità e quindi conducono a
buon fine le pratiche, anche utilizzando i fondi delle cooperazioni nazionali e
degli organismi internazionali. A tale scopo si rivela di vitale importanza uno
dei principali obiettivi delle Strategie: la costituzione di centri di
coordinamento per aree continentali nel contesto dei quali si inserisce
necessariamente un ispettorato di controllo. Al Gran Magistero, che non è organo di azione, ma organo di indirizzo,
compete la logica funzione di promozione del coordinamento; donde il problema
dell’aderenza delle strategie alla vita istituzionale dell’Ordine e la
necessità dell’adeguamento degli strumenti legislativi dell’Ordine stesso alle
nuove esigenze. Questo in sintesi l’ampio panorama delle Strategie che nella
sua globalità e nella sua problematicità abbraccia la realtà dell’Ordine
nell’attualità dei suoi obiettivi. Tra questi vi è la messa in moto di un meccanismo che dalla base porti,
coscientemente, alla revisione del Codice e della Carta Costituzionale
dell’Ordine, alla luce del Concilio Vaticano II e alla luce delle esigenze
nascenti da questo stesso movimento, in una visione verso 1’anno 2000. Non è
semplice enunciazione, ma un punto d’arrivo che, attraverso il seminario
conclusivo delle strategie, avrà come esito una serie di proposte stringate ed
assolutamente precise in materia costituzionale da sottoporre al prossimo Capitolo
Generale del 1994, affinché su questa base di studio possa insediare la
Commissione ristretta che provveda a licenziare un progetto di nuova Carta e
nuovo Codice da discutere in un successivo Capitolo Generale Straordinario. Non
manca la speranza, è necessaria la buona volontà in una metodologia del «passo
dopo passo», ma mancano le risorse umane. I programmi restano vuoti, senza
uomini. Ed è proprio qui che l’Ordine soffre il suo dramma. L’Ordine deve
costruire i suoi quadri dirigenti in una logica di crescita che sia armonica ed
equilibrata, nella quale non può prescindere dal creare occasioni di incontro
con i Cavalieri che siano disponibili nel mondo e dal preparare in un vero e
proprio centro di formazione di quadri dirigenti quegli uomini che potranno poi
prendere la responsabilità delle attività dell’Ordine nel mondo. A chiusura del cerchio di questa esposizione programmatica, ma di primaria
e vitale importanza, si pone il riferimento costante e preciso alla vita
religiosa e spirituale dell’Ordine. Nulla avrebbe senso dei programmi delle
strategie, se non si parlasse di un Ordine che ha continuità religiosa dal
momento della sua fondazione ad oggi. Diventa chiaro allora lo sforzo delle
strategie nel voler ricercare nuove linee di spiritualità che stabiliscano la
funzione di appartenenza all’Ordine per il Cavaliere, soprattutto quello laico,
la quale si esprime innanzitutto nella testimonianza con la propria vita e
nella propria esistenza di vita cristiana, nel senso più alto della parola.
Grandi sono le possibilità dell’Ordine nel penetrare, attraverso i laici, in
quegli ambienti dove il sacerdote o il religioso entra con difficoltà. Una nuova missione si apre in un campo di strategie della spiritualità, se
si porta nell’ambito del laicato dell’Ordine quello spirito e quella formazione
che sono dovuti a chiunque incontri un ordine religioso come quello
Gerosolimitano. Queste sono prospettive che ritornano anche sul piano
operativo, lì dove si parla di quadri dirigenti, di risorse umane”. Roma. Associazione Stampa Estera.
S.E. il Gran Cancelliere durante la conferenza stampa tenuta il 12 gennaio alla
sede dell'Associazione Stampa Estera in Roma. Alla sua destra, il Segretario
per le Comunicazioni, Gian Luigi Rondi Nasalli, alla sua sinistra il Presidente
dell'Associazione Stampa Estera, Enrich Kusch. Rome. H.E. the Grand Chancellor during the press conference held on 12 January in the headquarters of the Foreign Press Association in Rome. On his right, the Communication Secretariat, Gian Luigi Rondi Nasalli, on his left, the President of the Foreign Press Association, Enrich Kusch. |