RIVISTA “CARITA’ POLITICA”

DICEMBRE 2000

 

Una panoramica dell’Assemblea durante l’intervento dell’Amb. Conte Don Carlo Marullo di Condojanni in occasione del 50° anniversario dell’O.N.U., nel 1995.

 

“Avete innalzato il vessillo dell’amore in molte parti dei cinque Continenti, dove malattia e povertà umiliano la persona e ne insidiano il futuro.” Queste le parole del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II nell’allocuzione dall’Altare della Cattedra al Pellegrinaggio Mondiale Giubilare del Sovrano Militare Ordine di Malta.

“Sopravvivenza, elevazione spirituale dell’uomo, adesione completa alla Carta dei Diritti dell’Uomo”, questi i tre punti chiave dell’intervento del Gran Cancelliere del Sovrano Ordine, Amb. Conte Don Carlo Marullo di Condojanni, pronunciato pochi giorni prima al Vertice dei Capi di Stato e di Governo alle Nazioni Unite dal podio dell’Assemblea Generale del Millennium Summit, e sottolineato dal richiamo esplicito agli “Stati cosiddetti civili, purtroppo talvolta in ritardo nel garantire ai popoli una giustizia efficace.” Orientamenti di pensiero, indirizzi coincidenti e paralleli che trovano nell’azione diplomatica dell’Ordine una delle sue applicazioni più alte, efficaci, incisive.

In oltre cento Paesi nel mondo, 90 Ambasciate, 8 Rappresentanze presso gli Organismi Internazionali, 55 Organismi Nazionali, 50 Organismi di Soccorso, Fondazioni e Centri Studi, un’Accademia Internazionale, Comitati di Ricerca Sanitaria, coinvolgono oggi, attraverso 10.000 Membri, con il supporto di centomila operatori e volontari, milioni di persone bisognose, popolazioni duramente colpite da calamità e guerre civili o calpestate nella violazione della Carta dei Diritti dell’Uomo.

L’attuazione di questa azione umanitaria, la sua realizzazione capillare, si fonda, come ha affermato il Gran Cancelliere nell’intervento d’apertura del Vertice della Diplomazia dell’Ordine a Milano lo scorso maggio, “nella propria forte motivazione spirituale, collegata ad una testimonianza di vita che porta i membri del Corpo Diplomatico Internazionale dell’Ordine a svolgere, senza risparmio di energie, il loro lavoro a prescindere dalla nazionalità, nell’interesse degli ideali della Comunità Internazionale, tra i quali spiccano il rispetto dell’uomo ed il mantenimento della pace.”

Un esplicito richiamo agli adempimenti e al modo di condurre, propri dei Rappresentanti dell’Ordine ed estesi a tutti i suoi Membri indistintamente, è stato ribadito dal Capo della Diplomazia, Carlo Marullo, in occasione della riunione del Consiglio di Governo dell’Ordine: Filo conduttore di queste linee di sviluppo e di rapporti è il comportamento del Cavaliere, la sua etica. Egli si deve mostrare un Cavaliere modesto, che non ostenti ricchezza, che si dedichi al dialogo, ad ascoltare, a confrontarsi con i suoi fratelli senza eccepire la forza dell’intelligenza per chi ne ha più degli altri, senza eccepire la forza della carica. In una visione e in una realtà, ha aggiunto, che la storia ha voluto ricca di gloria, ricca di uniformi, di tutta una serie di incontri di altissimo livello, ma nelle quali il Cavaliere di Malta deve rimanere al di là, deve divenire il discepolo, il fratello, deve divenire colui che vive intensamente la spiritualità, che contribuisce all’elevazione morale e spirituale di coloro che gli sono accanto, contribuendo soprattutto alla serenità della comunità in cui è chiamato a vivere”.

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Il Gran Cancelliere, Amb. Conte Don Carlo Marullo di Condojanni, e il Segretario di Stato della Cooperazione Internazionale per l’Iberoamerica e Presidente dell’Agenzia Spagnola di Cooperazione Internazionale (AECI), Miguel Angel Cortés Martin, hanno firmato un Accordo Quadro di Collaborazione tra il Sovrano Ordine e l’Agenzia Spagnola, nel quale sono stati definiti programmi di collaborazione internazionale a carattere umanitario, in particolare sul piano sanitario ed assistenziale avvalendosi della presenza del Sovrano Ordine in tutti i continenti, ed anche dell’apporto di organismi di carattere pubblico e privato. Il progetto di Accordo era stato avviato in occasione della Visita Ufficiale del Re di Spagna, Juan Carlos I, al Gran Magistero il 25 maggio dello scorso anno. Alla stipula dell’Accordo, che ha avuto luogo a Palazzo Magistrale in Roma il 25 novembre, era presente S.A. Em.ma il Principe e Gran Maestro, Fra’ Andrew Bertie, insieme con i Membri del Sovrano Consiglio, l’Ambasciatore di Spagna presso il Sovrano Ordine, Carlos Abella y Ramallo e l’Ambasciatore dell’Ordine in Spagna, Conte Fernand Orssich de Slavetich.

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Oltre 350 strutture sanitarie, assistenziali e sociali, diversificate e coordinate secondo una pianificazione che fa capo al Grande Ospedaliere, Barone Albrecht von Boeselager, sulla base delle linee programmatiche del Sovrano Consiglio, tese, come ha ribadito il Gran Cancelliere Marullo nelle sue raccomandazioni al Consiglio di Governo, a fornire un coefficiente elevato di cura dei ceti più bisognosi e più deboli nei Paesi in cui la Sanità non riesce a coprire il fabbisogno, realizzando, attraverso accordi internazionali, sanità ed assistenza sussidiarie. In primo piano restano e si sviluppano le attività di soccorso in occasione di calamità naturali e di guerre civili.

Esempi recenti di queste diverse strategie sono stati, nell’ambito della sanità, il potenziamento del Centro Permanente di Coordinamento a Miami per il Continente Latino-Americano e l’accordo stipulato con l’Italia, sottoscritto la vigilia di Natale dal Gran Cancelliere Carlo Marullo e dal Ministro della Sanità Umberto Veronesi, e, nell’ambito dell’azione di soccorso, gli interventi nelle zone terremotate nell’India nord orientale, in Salvador e in Guatemala, e la presenza dei Volontari dell’Emergency Corps Internazionale dell’Ordine nelle zone di crisi, tuttora esplosive, nei Balcani.

Non meno significativi sono stati sviluppi ed iniziative a carattere internazionale scaturiti in gran parte dall’acquisizione della sede extraterritoriale di Forte Sant’Angelo a Malta, grazie all’accordo internazionale con il Governo Maltese, dove ha ormai preso decisamente avvio il nuovo corso, voluto dal Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie e dal Gran Cancelliere, di valorizzazione del patrimonio culturale e storico dell’Ordine attraverso l’istituzione dell’Accademia Internazionale Melitense. La compongo tre Dipartimenti che, nel loro carattere interdisciplinare, hanno la funzione di arricchire e potenziare l’azione mondiale dell’Ordine: il Dipartimento Storico-culturale, il Dipartimento Sanitario, il Dipartimento per gli Studi Diplomatici.

Tre diversi piani di azione che rispondono alla vasta attività di ricerca sviluppatasi negli ultimi anni, in particolare nei settori storico-scientifici legati all’Ordine, e al crescente interesse per la sua cultura e per le sue radici. Da centro raccolta dati, documenti, memorie di tutti gli Organismi Nazionali ed Internazionali dell’Ordine a Centro di Studi di formazione dei quadri dirigenti e del Corpo Diplomatico dell’Ordine, a Centro di coordinamento per l’organizzazione di Convegni ed Incontri internazionali di studio sia sul piano storico, sia sul piano della ricerca scientifica sanitaria, con l’allestimento di Esposizioni di documentazioni storiche, e con l’edizione di pubblicazioni di Atti e di Studi. La partecipazione di eminenti studiosi ed accademici, la presenza di Capi di Stato e di Governo, l’interesse del mondo culturale e scientifico, l’attenzione delle autorità religiose, hanno contraddistinto i Convegni di studio e le Mostre organizzate dall’Accademia a soli due anni dalla sua fondazione ed i cui Atti sono stati pubblicati o in corso nell’organo dell’Accademia “Peregrinationes”.

La ripresa del cammino dell’Ordine sul piano dell’impegno culturale, oltre ad essere una risposta, costituisce un messaggio di speranza e di solidarietà, di fede e di fratellanza, nel contesto culturale e civile della società contemporanea, in linea con quanto sottolineato dal Gran Maestro a conclusione della sua Allocuzione all’Udienza del Corpo Diplomatico accreditato presso l’Ordine: “E’ un momento di grande transizione, ma noi ci prodigheremo, perché sia la meno dolorosa e più costruttiva possibile.” 

La millenaria vocazione dell’Ordine al servizio della Fede e dei Signori Malati, germogliata in una piccola comunità nella terra della nascita, della morte e della resurrezione del Figlio dell’Uomo, si perpetua nell’azione degli uomini e delle donne di oggi, nei suoi cavalieri, nelle sue dame, nei suoi giovani volontari, in orizzonti più vasti di quelli delle tappe della sua storia, Rodi, Malta, per raggiungere chi soffre inascoltato in terre sperdute, in fatiscenti agglomerati urbani, nel degrado spirituale e culturale. Ma anche per porgere, con i valori del suo patrimonio storico, una difesa, un argine all’espansione totalizzante di dottrine, di devianze, di miti, che annientano la dignità della persona.

Certamente non suscita stupore trovare la bandiera con la croce ottagona dell’Ordine nelle zone di crisi di Paesi di altre culture, religioni, etnie, nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite o delle Organizzazioni Internazionali a Ginevra, nei campi profughi di popolazioni colpite da calamità, come nelle popolose degradate metropoli dell’opulento occidente. La sovranazionalità dell’Ordine mirata fin dalle sue origini nella difesa e nel soccorso dei pauperes e dei più deboli, non si è mai disgiunta dalla sua sovranità, funzionale al perseguimento dei suoi fini istituzionali. Quest’ultima trova la sua legittima continuità in quanto si fonda oggi, ha detto il Gran Cancelliere Carlo Marullo durante il Vertice della Diplomazia dell’Ordine, sul principio della effettività che si è andato affermando negli ultimi anni con il sorgere ed il costituirsi delle organizzazioni internazionali. In questo quadro l’Ordine di Malta, in quanto intrattiene rapporti diplomatici sostanziali, ha un ordinamento giuridico originario, certamente si colloca come Ente Sovrano, con una personalità propria di diritto internazionale. Pertanto, ha aggiunto, ha acquisito in tempi moderni questa effettività che, con la sua ricchezza di rapporti diplomatici, accordi internazionali, convenzioni, gli permette di non avere problemi sul piano internazionalistico.