INDIRIZZO DI SALUTO ALL’ASSEMBLEA

Altezza Eminentissima, Eccellenza il Gran Cancelliere, Eccel­lenza 1’Ospedaliere, Confratelli che onorate questa Assemblea, gentili Dame,

è con grande interesse che mi accingo a dirigere questo dibattito in un'occasione che per me rappresenta un motivo di servizio al Sovrano Ordine.

Prima di passare la parola all’Ambasciatore Samaja, che ci parlerà, tra qualche minuto, desidero esprimere il mio ringrazia­mento vivissimo alle Loro Eccellenze i Presidenti delle Associa­zioni Nazionali qui presenti e alle Loro Eccellenze gli Ambascia­tori qui convenuti, per la preziosa collaborazione che mi è stata data in tutta la preparazione di questo Incontro Latino-Ameri­cano. In particolare, e mi rendo conto, non era facile che ci si riuscisse ad incontrare, così numerosi, in questa sede.

E la vostra presenza è veramente di grande conforto a Sua Altezza Eminentissima, al Sovrano Consiglio e a noi tutti e ci lascia ben sperare per il prosieguo dei lavori.

Sono certo che la collaborazione che qui ho incontrato, e la testimonianza della vostra presenza siano il supporto essenziale per dare, alla quasi millenaria istituzione, della quale ci onoriamo di far parte, una prospettiva con direttive chiare, sia dal punto di vista delle attività religiose che di quelle assistenziali e di quelle sociali.

Altezza Eminentissima, devo farmi interprete dell’Assemblea tutta nei confronti di Vostra Altezza, per l’incoraggiamento che ci ha dato in questa occasione e per il grande sforzo che sta sop­portando in questo viaggio nell’America Latina.

E’ questa dell’America Latina una delle due riunioni satelliti fin qui tenute nel quadro del programma per le Future Strategie; ne seguiranno altre e la presenza proprio di Vostra Altezza fa sì che queste occasioni siano, veramente, le pietre sulle quali co­struire la realtà dell’Ordine, alla vigilia del decennio che ci por­terà al Duemila.

Grazie, anche, per la collaborazione che mi darete tutti e, soprattutto, agli oratori che si susseguiranno. Per ragioni tecniche non abbiamo molto tempo, gli spazi saranno limitati, pertanto, quando gli oratori vedranno accendersi la luce rossa, che è alla sinistra del mio tavolo, da quel momento decorreranno i classici tre minuti per concludere.

Non me ne vogliate, ma è una necessità tecnica alla quale spero di non dover ricorrere. Grazie.

Conduzione Dibattito

Prima di introdurre i singoli interventi, riterrei utile fare una breve nota personale su quelle che sono le tematiche per le quali oggi noi qui siamo riuniti.

Sua Altezza Eminentissima prima, S.E. il Gran Cancelliere dopo, gli illustri oratori negli interventi che si sono succeduti, hanno toccato differenti temi e differenti aspetti della vita dell’Ordine.

Non c’è dubbio che l’Ordine attraversa una fase di rinnovamento; e questo rinnovamento, certamente, è passato attraverso gli atti del Seminario delle Future Strategie, tenutosi a Roma nel 1988 e attraverso tutta quella serie di incontri successivi, com­presa la riunione mondiale dei Cavalieri a Malta, nel corso della quale, in particolare, si sono approfonditi i rapporti umani e si sono cominciati a discutere quelli che sono i cardini della vita stessa dell’Ordine.

Quali sono questi cardini, quali sono gli argomenti principali dell’attuale dibattito all’interno delle istituzioni e tra i membri dell’Ordine di Malta?

Innanzi tutto la spiritualità; segue il problema, o il campo, delle attività sanitarie, assistenziali in genere, quindi la raccolta dei fondi e, certamente, per ultima, ma non ultima, la protezione civile.

Questo per quanto riguarda la parte operativa che ci è da­vanti; e sicuramente questi sono i temi ai quali anche qui, a San Paolo, noi desideriamo dare un contributo.

Ma ci sono anche, insieme a queste tematiche già affrontate, ed in corso di discussione, altri aspetti più intimi della vita del­l’Ordine che non si possono tralasciare nel momento in cui si ha l’occasione di vedere riuniti qui, a San Paolo, per la prima volta i Presidenti e gli Ambasciatori dell’America Latina.

Quali sono questi argomenti; sono certamente quelli che ci riportano a sistemi di gestione della vita diplomatica, della vita pubblica dell’Ordine e gli interventi di aiuto alle Associazioni che operano in questi Paesi, con particolare riguardo alle caratteri­stiche ed ai criteri che le Associazioni e le Ambasciate devono avere per essere all’altezza dei compiti che l’Ordine oggi loro do­manda.

Veniamo a quella che è la questione della situazione umana dell’Ordine, nel mondo, in questo momento.

Ci siamo domandati fino ad oggi quali sforzi stiamo fa­cendo, o si stanno facendo, per la formazione dei quadri diri­genti. Questo è un grosso interrogativo, al quale certamente aspettiamo una risposta.

Come fare a guardare alle attività dell’Ordine nel mondo nel 2000, ed in questa area geografica, se oggi non prepariamo futuri quadri dirigenti che sappiano che cos’è l’Ordine, che cono­scano quale è la sua tradizione, che si sappiano muovere con le regole dell’Ordine stesso?

Ma quali sono le regole di un Cavaliere di Malta? Quale è ciò che deve distinguere l’élite cui particolarmente questa mattina si accennava?

Che cosa un Cavaliere di Malta oggi deve rappresentare o deve essere nel contesto in cui si opera; e questo contesto, non più limitato al Mediterraneo di un tempo, quando Malta, isola difesa dai Cavalieri, svolgeva un lavoro di tutela verso i Luoghi Santi.

Lo scacchiere dell’Ordine oggi è il mondo, ed in questo mondo il Cavaliere di Malta deve avere delle regole assolute, deve testimoniare la propria fede e deve, soprattutto con il suo comportamento, dare quell’immagine dell’Ordine che è l’unica che lo qualifica e che permette ad essa, oggi, di godere di quel pre­stigio, di quel consenso che certamente tutti attribuiscono al Sovrano Ordine.

Allora questo è il Cavaliere di Malta, così come noi lo ab­biamo delineato, noi lo dobbiamo formare, dovremo cercare di passare dal fatto sporadico del reclutamento del Cavaliere di Malta a delle linee secondo le quali il Cavaliere di Malta, prima di essere tale, deve acquisire la concezione dell’appartenenza all’Ordine, deve avere quella formazione di tipo spirituale e, so­prattutto, quello spirito di servizio che ne qualificano l’azione e che danno all’Ordine stesso la soddisfazione di vedere nel comportamento dei propri membri quello che una volta era il servizio verso i poveri e gli ammalati dell’Ospedale di Gerusalemme.

Un altro aspetto che non vorrei tralasciare è il discorso del coordinamento.

Cosa significa coordinamento?

Coordinamento significa svolgere sempre più attività che permettono di realizzare gli scopi con minor dispendio di risorse.

E qui passo ad un argomento importante.

Il Sud America ha avuto la fortuna di avere l’Associazione Americana ed AmeriCares, che si sono occupate profondamente di questo problema; ed hanno fatto degli sforzi enormi e li fanno. Però l’Ordine, a questo punto, credo che abbia il dovere di domandarsi se effettivamente il coordinamento degli aiuti verso il Sud America, ossia l’America Latina, è razionalizzato sufficientemente.

Esiste una distribuzione razionale di queste risorse? Non sarebbe, forse, il caso di andare a vedere in che modo si può ottimizzare questa circostanza per evitare che, per esempio, troppi farmaci di un determinato tipo vadano in una ri­stretta area geografica e che ne manchino altri che sono presenti altrove? Ed allora non sarebbe opportuno pensare, anche, ad un coordinamento centrale Sud Americano degli aiuti?

Queste mie sono domande, sono certamente interrogativi che io pongo a questa Assemblea perché, dopo questo mio intervento, apriremo il dibattito, dopo il dibattito creeremo dei gruppi di lavoro e ci aspettiamo che da questi gruppi di lavoro vengano delle proposte che ci permettano, domani, di concludere con serenità e con delle prospettive questi nostri discorsi.

Non vorrei aggiungere altro, lascio gli altri argomenti agli oratori che hanno chiesto la parola e che adesso introdurrò; per conto mio, mi riservo, nella giornata di domani, di ritornare su questi e su altri argomenti, onde poter concludere con prospettive questo sforzo e questa occasione di servizio.

CONCLUSIONE (18 novembre 1990 - ore 11,00)

Altezza Eminentissima, Eccellenze, carissimi Confratelli, gen­tili Dame,

riprendiamo il nostro lavoro, interrotto ieri sera, e lo riprendiamo con il contributo della riflessione, che, certamente, abbiamo avuto modo di realizzare nelle ore della sera e nei pen­sieri e negli incontri di questa mattina. Un grande frutto di questo incontro è la possibilità dello scambio di opinioni, del confronto delle idee, delle occasioni che nascono e che certa­mente sono motivo, per noi, di grande speranza nell’azione e nelle attività che ciascuno di voi andrà a svolgere nelle rispettive sedi dell’America Latina.

Non c’è dubbio che ciascuno di voi porterà il ricordo di queste due giornate e lo porterà in una dimensione personale. Questa dimensione umana, che ciascuno di noi porterà dopo questo convegno, è quella che nasce dal contributo personale di Sua Altezza Eminentissima con il suo discorso, dalla relazione del Gran Cancelliere, dagli interventi successivi, dalle relazioni dei Presidenti, degli Ambasciatori. Non va dimenticato che tutto questo avviene, per la prima volta, nell’America Latina; a questo, e a tutto quello che finora abbiamo ascoltato e dibattuto, si aggiungono le conclusioni dei due gruppi di lavoro che ieri ab­biamo creato. Non c’è stato molto tempo, ma molte tematiche sono state affrontate.

Preliminarmente vorrei informarvi su quali sono stati gli ar­gomenti e i temi da me predisposti dopo ampio esame delle rela­zioni ascoltate e che sono stati dibattuti in seno ai gruppi stessi di lavoro.

Innanzi tutto, i gruppi di lavoro hanno attuato una proce­dura molto stringata:

- esame della situazione attuale,

- verifica delle ipotesi di modernizzazione nei settori oggetto di esame,

- valutazione delle prospettive per il futuro,

- raccomandazioni e suggerimenti all’Assemblea plenaria per le conclusioni dell’incontro.

Questa metodologia è stata applicata a tre campi di inda­gine: uno riguardava le Ambasciate, l’altro riguardava la spiritualità dell’Ordine e l’ultimo le attività assistenziali ed ospedaliere.

Per quanto riguarda il gruppo di lavoro delle Associazioni Nazionali, si è voluto guardare con particolare attenzione l’aspetto della spiritualità dell’Ordine e si sono affrontati i seguenti pro­blemi: formazione spirituale dei membri dell’Ordine, creazione di un’atmosfera favorevole alle vocazioni, servizio in favore dei sofferenti e dei bisognosi sotto forma di assistenza morale e spirituale, difesa della fede e lotta alle deviazioni di qualunque genere (quali le sette religiose), azione verso i giovani ed i gruppi di volontari, nel senso del­l’elevazione morale dei singoli membri, cooperazione tra il Prelato dell’Ordine o un suo delegato ed i cappellani delle Associazioni Nazionali, maggiore informazione sulla spiritualità dell’Ordine, partecipazione ai pellegrinaggi anche nei santuari dell’Ame­rica Latina, calendario religioso, possibilità di incontri periodici e creazione di una segreteria per questo scopo.

Ai discorsi sulla spiritualità sono seguiti i discorsi sulle attività assistenziali ed ospedaliere e si è parlato di programmazione delle attività religiose, della protezione civile, degli aiuti interna­zionali, della raccolta delle risorse, del coordinamento della distri­buzione delle risorse, secondo le attività delle Associazioni Nazio­nali. Si è parlato ancora della comunicazione, dell’informazione, dei criteri per la ricezione dei membri dell’Ordine, dell’uso delle uniformi dell’Ordine, degli emblemi e dei simboli dell’Ordine, della creazione di un organismo di coordinamento per l’America Latina, della possibilità di incontri per la risoluzione di problemi comuni sul territorio, della ricerca di una linea di politica assi­stenziale comune, nel rispetto delle opere esistenti per le attività dell’Ordine in America Latina, al fine di creare un’immagine dai contorni definiti (ad esempio: lebbra, AIDS, maternità, in­fanzia, anziani e così via di seguito).

A questo tipo di lavoro che è stato svolto, si è aggiunto l’impegno per quanto riguarda il settore delle Ambasciate. Il gruppo che si è riunito con riferimento ai problemi delle Amba­sciate, si è occupato degli argomenti emersi nel corso del nostro incontro di ieri, affrontando, in particolare, quanto attiene alla situazione delle sedi diplomatiche, ai rapporti tra le Ambasciate dell’Ordine e le Associazioni Nazionali con riferimento allo svi­luppo delle attività, all’informazione e documentazione nell’inter­scambio con il Gran Magistero, ai rapporti esterni, convenzioni, accordi di cooperazione ed infine all’argomento comune al gruppo che si è occupato delle Associazioni, e cioè uso degli em­blemi, dei simboli grafici dell’Ordine e, aggiungerei, anche delle bandiere.

Questo è il quadro generale, Altezza Eminentissima, Eccel­lenze, gentili Dame, carissimi Confratelli, che è emerso dalle nostre giornate di studio. Mi pare che abbiamo scoperto un ampio numero di problematiche e adesso inviterei i due responsabili dei gruppi di lavoro a venire al microfono per leggere quelle che sono state le rispettive conclusioni. Su questi due do­cumenti cercheremo di approntare la bozza di una risoluzione finale, da proporre alla presente Assemblea, per l’approvazione definitiva, come atto conclusivo di questi lavori.

RAPPORTO CONCLUSIVO

(Esposto da MARULLO DI CONDOJANNI)

«I rappresentanti delle Associazioni nazionali latino-ameri­cane e dell’Associazione dei Cavalieri americani, gli Ambascia­tori e i rappresentanti diplomatici presso i Paesi latino-americani riconosciuti dal Sovrano Ordine di Malta, riuniti in San Paolo, al termine dei lavori, svoltisi nei giorni 17-18 novembre 1990, esprimono a Sua Altezza Eminentissima il Principe e Gran Mae­stro la più viva soddisfazione per l’iniziativa promossa con l’En­cuentro Latino-americano de la Soberana Orden Militar de Malta.

- Prendono atto dei progressi verificatisi dopo il Seminario per le future strategie dell’Ordine, tenutosi a Roma il 4 di­cembre 1988, riconoscendo la opportunità di un coordinamento razionale tra i Paesi dell’America Latina ed il Gran Magistero. Plaudono agli sforzi in corso per la definizione dell’incremento della spiritualità dell’Ordine e l’impulso alle vocazioni, scopi questi che interpretano i presupposti istituzionali della religiosità dell’Ordine, da cui discendono l’impegno per la difesa della fede e il servizio agli ammalati.

- Apprezzano quanto suggerito dall’American Association in merito agli investimenti segnalati nella relazione del suo Presi­dente, agli atti del convegno stesso, auspicando che gli aiuti dell’American Association siano proporzionalmente ripartiti tra tutte le Associazioni nazionali latino-americane, in correlazione ed in rapporto agli impegni delle stesse e alle prospettive a venire.

- Si fanno carico di studiare un programma per il coordina­mento e la distribuzione degli aiuti, al fine di evitare inutili sprechi ed incentivare, invece, qualificandole, le azioni di inter­vento.

- Come mezzo al fine, i Presidenti delle Associazioni nazio­nali latino-americane e i Rappresentanti diplomatici si coordine­ranno tra loro:

creando un’apposita commissione che studi e realizzi la problematiche esistenti, nel rispetto delle norme internazionali e di quelle interne dell’Ordine, anche in riferimento all’incremento dell’organico dei membri dell’Ordine, mirato all’individuazione e alla conseguente formazione dei quadri dirigenti e del funzionamento delle attività ospedaliere e di rappresentanza.

- Ravvisano l’opportunità che si proceda, con cadenza almeno biennale, all’incontro dei Presidenti e degli Ambasciatori dell’A­merica Latina per discutere le problematiche comuni e per verificare gli avanzamenti in tema di:

formazione dei quadri dirigenti, assistenza ed attività ospedaliera, protezione civile, raccolta e distribuzione delle risorse.

- Fanno voto che il Gran Magistero adotti e realizzi le risoluzioni relative alle strategie fin qui portate avanti e comunicate ai Presidenti di tutte le Associazioni nazionali, soprattutto per quanto riguarda l’informazione e l’uso degli emblemi e contras­segni dell’Ordine.

- Concludono il presente incontro ringraziando il Presidente dell’Associazione ospitante, Sua Eccellenza l’Ambasciatore Dino Samaja e rendendo omaggio a Sua Altezza Eminentissima il Principe e Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie, al quale augurano una felice prosecuzione del viaggio e delle visite pastorali in Sud America, nella consapevolezza che la Beata Vergine di Filermo e San Giovanni Battista lo proteggeranno, guidando i suoi passi e con lui, tutto l’Ordine, il cui futuro radioso già illumina le spe­ranze e le ansie di chi attende soccorso e di chi vuole servire con umiltà e dedizione la bianca Croce ottagona.

Questa, Altezza Eminentissima, Eccellenze, carissimi Confra­telli e gentili Dame, la proposta che viene dal coordinamento dell’Incontro, come documento conclusivo di queste nostre giornate. Grazie.