RESOCONTO DIPLOMATICO

1993

 

Dal momento del suo insediamento a Roma, l’Ordine ha visto allargarsi progressivamente il numero degli Stati che ne riconoscono la Sovranità, con i quali intrattiene numerosi rapporti diplomatici (oggi con 55 Paesi), la metà dei quali non è di religione cattolica, e di cui 12 sono in Europa, 3 in Asia, 21 in Africa e 19 nelle Americhe.

Gli avvenimenti recenti nell’Europa Orientale hanno portato di nuovo l’Ordine ad impegnarsi sul fronte dell’Est e, a solo un anno dall’inizio della nuova era, la Cecoslovacchia, la Polonia e l’Ungheria hanno chiesto il riallaccio o l’apertura del rapporti diplomatici.

Successivamente la Romania, e oggi la Russia, hanno a loro volta allacciato relazioni diplomatiche che ci rendono particolarmente felici, perché ciò ci permette di svolgere un’intensa opera secondo i nostri fini istituzionali, opera che durante il periodo passato era assai contenuta e affidata a piccoli gruppi di nostri Cavalieri i quali, con notevole sacrificio, avevano cercato di aiutare quelle popolazioni.

L’occasione del riassetto dell’Europa è stato certamente per il Gran Magistero dell’Ordine un momento di verifica delle proprie strutture e del propri obiettivi. Per quanto riguarda le prime, si pone in maniera indilazionabile una riorganizzazione del servizi interni collegata alle nuove esigenze; per i secondi bisognerà programmare piani di sviluppo per aree geografiche capaci di interpretare le reali domande d’assistenza di quanti in queste aree soffrono.

Oltre alle relazioni diplomatiche, la posizione giuridica d’indipendenza dell’Ordine si traduce oggi in accordi intergovernativi bilaterali di cooperazione internazionale. Ne abbiamo 4 di cooperazione sanitaria, 7 di cooperazione economica, oltre a 43 convenzioni postali con paesi diversi.

I rapporti con le organizzazioni internazionali indubbiamente si presentano ostacolati dalla nota questione della mancanza di territorio, e questo avviene anche per paesi europei come la Francia, la Germania, l’Inghilterra. E ciò è facilmente spiegabile. Tuttavia gli sforzi per superare il noto ostacolo sono in atto, e la nostra azione sta continuando al fine di far ben comprendere la natura giuridica dell’Ordine che, come ente primario di diritto internazionale, ha titolo per i riconoscimenti mancanti e l’ingresso nelle organizzazioni internazionali.

Tuttavia l’Ordine è presente in molte organizzazioni internazionali dipendenti dalle Nazioni Unite, e in particolare intrattiene rapporti con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e con la FAO. L’Ordine è presente anche presso l’UNESCO e ha un osservatore presso l’UNITA.

Esiste un rappresentante dell’Ordine presso il Consiglio d’Europa, la Commissione a Bruxelles, e l’Istituto di Diritto Umanitario. Posizioni queste che sono certamente legate alla funzione assistenziale, ospedaliera dell’Ordine cui anche si ricollega l’esistenza delle rappresentanze diplomatiche. Queste ultime non sono una mera affermazione di prestigio ma rappresentano l’infrastruttura per le nostre Associazioni, sia nei paesi in cui abbiamo le Associazioni, sia in quelli verso i quali è diretta l’assistenza dai paesi terzi o da parte del Gran Magistero.

In questa visione di supporto alle opere si svolge l’azione internazionale dell’Ordine. Azione che, dopo il Seminarlo delle Future Strategie dell’Ordine e gli Incontri Latino-Americani, ha certamente direttrici precise verso l’individuazione di chiare politiche di intervento sotto forma di joint-venture e nella logica della partnership, nel senso che le entità più forti dell’Ordine sono chiamate a prestare assistenza alle più deboli, incrementandone le attività.

Un evento straordinario ha fatto sì che ritornasse all’Ordine, in uso esclusivo, Forte Sant’Angelo, nell’Isola di Malta, forse 1a prima residenza del Gran Maestro in quell’isola. Un vero e proprio accordo internazionale è stato firmato in proposito, e i restauri sono in fase avanzata nella speranza che i rinnovati legami di amicizia con il Governo maltese permettano che, accanto al contributo per il restauro del monumento, da quest’ultimo si possa irradiare nel mondo un messaggio assistenziale che guardi soprattutto alla formazione dei futuri quadri dirigenti dell’Ordine e al coordinamento degli aiuti.

Guardiamo con ottimismo a queste future prospettive confortati dai buoni rapporti intercorrenti anche con la Santa Sede e l’Italia cui si deve riconoscenza per la più volte manifestata simpatia nelle occasioni ufficiali.

Lo sviluppo dell’Ordine e una parte della sua attività internazionale hanno posto il problema dell’organizzazione dei suoi membri che si allargano e si espandono nel mondo. Oggi vengono raggruppati in Associazioni Nazionali che sono adesso 39, di cui 17 in Europa, 2 in Asia, 19 nelle Americhe, 1 in Oceania. Il rapporto tra Associazioni e Ambasciate è garanzia reciproca dello svolgimento del lavoro assistenziale e del coordinamento con il centro.

Un capitolo particolarmente doloroso è quello dei falsi Ordini che arrecano notevole fastidio utilizzando una certa abilità nell’insidiare 1a buona fede degli ambiziosi. Il nostro intervento non è stato facile, e ad esso dedichiamo molto impegno.

Vi è anche il problema del rapporto con gli Ordini protestanti, ma questo è più facile e spesso esistono punti di azione convergenti. Sia il Venerabile Order sia il Johanniter Orden intrattengono con noi rapporti derivanti dalla comune origine ed essi assumono per noi caratteristiche di Ordini dinastici.

Spero che da queste righe emerga quali sono le direttrici del nostro impegno guardando al futuro. Il futuro è quello che va sotto il nome di “Nuove Strategie”. Direi che i 25 anni del regno del venerato e compianto Gran Maestro de Mojana hanno segnato un enorme sviluppo dell’Ordine nel mondo, e proprio alla fine del suo regno fu ideato questo programma tendente a cercare di vedere come l’Ordine poteva riorganizzarsi nel mondo e unire le risorse nei vari paesi. Questo fu oggetto di una prima riunione a Roma con notevole successo. Dopo la scomparsa del Gran Maestro de Mojana, naturalmente la bandiera è stata raccolta dal 78° Gran Maestro Fra' Andrew Bertie, con molto impegno, e la prova è stata che già abbiamo potuto constatare i primi risultati di questo indirizzo delle future strategie con due seminari, uno che si è tenuto a San Paolo nel 1990 ed un altro a Cartagena nel 1992, nei quali, anche se limitati ai paesi dell’America Latina con il contributo degli Stati Uniti, si è vista la possibilità di tracciare le grandi linee, di fissare gli sviluppi per i successivi incontri che intendiamo proseguire per tracciare sin da ora le grandi linee di quella che è la nostra possibilità di azione per il futuro al quale l’Ordine guarda con serena speranza nel rispetto della sua antica e miracolosamente conservata tradizione.